La Nuova Sardegna

Sassari

Da Usini a Pechino quasi sempre in treno per non annoiarsi

Da Usini a Pechino quasi sempre in treno per non annoiarsi

Coppia di fidanzati ha percorso 14mila chilometri sui binari. Scartato l’aereo «perché costoso e poco divertente»

20 aprile 2018
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USINI. L’idea era fare un viaggio in Cina, fino a Pechino. Ma non in aereo, troppo costoso e poco divertente. Meglio in treno. Un’idea nata così, quasi per caso. Che Pasquale Campus, 34 anni, nato e cresciuto a Buenos Aires ma usinese da sempre, ha concretizzato in compagnia della fidanzata, Pasqualina, campana di origine ma cresciuta a Novara.

Pasquale e Pasqualina si sono conosciuti a Londra, dove lavorano, e a luglio dello scorso anno hanno deciso di mettere nero su bianco, di studiare quel viaggio in Cina. «L’idea del viaggio è nata proprio così, per gioco – ha raccontato il giovane – decidendo insieme di affrontate il viaggio in Cina a bordo di un treno, partendo da Londra».

I due giovani, seduti a tavolino, hanno pianificato per diverso tempo gli aspetti della lunga trasferta e una volta terminata l’avventura è stato possibile stilare un bilancio: 35 giorni, di cui 24 per arrivare al traguardo, Pechino, visitato 9 paesi, percorso 14 mila chilometri, ascoltato 8 lingue, ottenuti 3 visti, trascorso 195 ore sui treni, 7 fusi orari, percorrendo un terzo del mondo e passando 9 notti in treno.

«Avevo creato un itinerario – ha detto Pasquale – che, in treno, andava dall’ Inghilterra alla Cina, da Londra a Pechino, attraversando il tunnel della Manica, dalla Francia percorrendo gran parte dell’ Europa fino alla Polonia, un salto sulle perle del Baltico arrivando nell’Ex Unione Sovietica, da Mosca con la ferrovia transiberiana attraversando la Siberia e raggiungendo la terra dell’ex sovrano Gengis Khan, fino ad arrivare alla capitale del nord, Pechino».

Per i due giovani è stata un’esperienza unica e incredibile. «Sono soddisfatto di essere riuscito a vivere un’esperienza di questo tipo e sono orgoglioso e felice di raccontarla a tanti ragazzi – racconta Pasquale Campus –. Il mio sogno nel cassetto è riuscire davvero a girare il mondo e credo di avere nel Dna questa vocazione: mio nonno negli anni ’20 emigrò in Argentina e mio padre, al contrario, tornò in Sardegna. È bello conoscere il resto del mondo, oltre alle nostre piccole realtà, ed è ancora più bello farlo come se fosse una sfida, evitando il comodo viaggio in aereo ma aprendosi alla realtà del trasporto pubblico e del viaggio sostenibile»
 

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