La Nuova Sardegna

Sassari

Uri, una folla commossa per l’addio a Leonardo Ortu

di Franco Cuccuru
Uri, una folla commossa per l’addio a Leonardo Ortu

Martedì i funerali dell’agronomo precipitato in un dirupo. Gli amici del Coro: «Ora canta da lassù per noi»

25 aprile 2018
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URI. Per l’ultimo saluto a Leonardo Ortu l’intera comunità si è stretta attorno alla famiglia manifestando la propria vicinanza e la loro solidarietà. L’amministrazione comunale per questo nella giornata di ieri ha proclamato il lutto cittadino.

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Una folla immensa, tanta gente arrivata anche dai paesi vicini dove Leonardo era molto conosciuto e stimato per via del lavoro di agronomo, tanti amici, conoscenti e agricoltori che del giovane avevano tanta fiducia apprezzandone l’alta professionalità e competenza nel suo lavoro.

Leonardo gestiva a Ittiri con un altro socio una rivendita di materiali e prodotti per l’agricoltura, ma il suo lavoro era rivolto soprattutto alla campagna, ai sopralluoghi, consigliando dove era necessario intervenire e quali prodotti utilizzare. Un professionista, serio, competente. La campagna, l’amata campagna la sua passione che un sabato mattina se l’ha portato via. Un destino quasi beffardo.

Leonardo sabato mattina si è recato nel suo oliveto per ripulire le piante dai rami secchi, una ferita accidentale da un colpo di roncola all'avambraccio, la perdita di sangue e la corsa disperata alla ricerca di aiuto. A seguito della ferita Leonardo si è sentito mancare fino a sporgersi nello strapiombo di “Sa Rocca di Teriu” per chiedere aiuto (la strada sottostante è molto trafficata da agricoltori).

Molto probabilmente proprio in quel momento ha perso l’equilibrio. Una caduta fatale che gli è costata la vita.

La chiesa di Nostra Signora di Paulis a mala pena è riuscita a contenere tutte le persone accorse per il funerale di Leonardo Ortu, molti hanno seguito le esequie dall’esterno sul sagrato, altri nei giardini circostanti la chiesa. L’arrivo della bara di color legno chiaro con sopra un cuscino di rose gialle ha fatto il suo ingresso in chiesa sotto le note de “Su Rosariu” cantata dal Coro di Uri – che ha animato l’intera celebrazione funebre – di cui Leonardo faceva parte. Il dolore composto e discreto della moglie Elena con affianco i figli gemelli di 12 anni Alessandro e Angelica che con commossa tenerezza e con dolci carezze cercavano di confortarsi a vicenda. A fare da cornice alle esequie c’erano i Confratelli di Santa Croce e tutte le associazioni sportive e culturali del paese, e i compagni di scuola dei figli di Leonardo Ortu, con le rispettive maestre.

«Sono giorni faticosi intensi carichi di paure di tristezza e lacrime – ha detto don Gianni Nieddu durante l’omelia – giorni che non avremmo voluto incontrare sulla nostra strada. Ma questa è la realtà, da cogliere e ascoltare, bisognosa di luce, di occhi, cuori che guardano al tramonto di un sole che sparisce, ma sanno che il sole sorgerà nonostante il buio che ci attanaglia, ci imprigiona, ci paralizza perché non ci permette di camminare, di vedere l’oltre che è già davanti a noi». «Hanno bisogno di conforto e di consolazione Elena, Alessandro, Angelica e la piccola Anita – ha proseguito don Gianni – nonostante la tristezza di questi giorni che ti fa solo veder la luce della sera che si spegne. Cara Elena ricorderai nel tuo cuore quel 23 settembre del 2006, il giorno più bello della vostra vita ed è proprio in quel giorno che portavate al fonte battesimale le due perle preziose frutto del vostro amore, Alessandro e Angelica, e qualche anno dopo ancora la gioia di essere babbo e di essere mamma con l’arrivo della piccola Anita e si è concluso così il vostro bel nido di amore. Anita questo pomeriggio, anche se non è qui, è voluta essere presente, mi ha portato un disegno che consegnerò a Elena, c’è raffigurato un regalo, c’è la mamma, Anita e il papà che è diventato un angelo in cui si legge “babbo ti voglio tanto bene, tu sei diventato un angioletto ma mi vedi lo stesso dal cielo».

Alla fine della cerimonia funebre un amico corista ha letto un pensiero: «Sarà dura vedere quel posto vuoto accanto, e pensare che non potrai più brindare con noi alla vita. Sarà dura quando toccherà a te, ma la tua voce non la potremmo più sentire. Ciao Leo. Ci piacerebbe che questo giorno non fosse mai nato, che questa notizia non ci fosse mai arrivata, che la tristezza andasse via dai nostri cuori, ma sappiamo che ci vorrà tempo. E ora canta con noi da Lassù. Canta, non timas, canta amicu caru, ca juches cosas bellas in su coro».
 

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