La Nuova Sardegna

Sassari

La piscina mai nata sarà demolita

di Gavino Masia

Dopo 20 anni di inutili attese e diatribe è fallito il progetto, l’impianto dell’Oleandro è rimasto a metà

05 maggio 2018
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PORTO TORRES. La società Oleandro ha restituito mesi fa al Comune il fabbricato della piscina comunale - che si affaccia sulle vie Bazzoni e dell’Industria – ma l’amministrazione comunale sta valutando la demolizione di quello che allo stato attuale rappresenta un rudere. Pieno di erbacce ad alto fusto, oltre che rifugio ideale per ratti e insetti di tutti i tipi, che con l’arrivo del periodo caldo si riempie anche di zecche creando un vero e proprio problema di carattere igienico-sanitario. Questo tipo di situazione indecorosa è stata segnalata dai residenti del quartiere Oleandro, soprattutto quando si erano interrotti improvvisamente i lavori, però la soluzione al problema non è mai stata trovata nonostante siano trascorsi più di venti anni. «Siamo stati contattati da diverse ditte specializzate – ricorda l’assessore al Patrimonio Marcello Zirulia – e neanche queste hanno ritenuto poi che quella struttura avesse un interesse concreto per proporre un project financing: oggi le piscine sono infatti costruite secondo metodologie moderne e per avere la possibilità di gestione economica che non vada in perdita devono rimanere aperte per 365 l’anno». Da questo si deduce che la possibilità maggiore per liberare completamente l’area di proprietà comunale sia quindi la demolizione. Anche perché quella costruzione sta tenendo in ostaggio un quartiere residenziale, dal punto di vista ambientale, e appare come una incompiuta privata che di fatto toglie spazio al bene pubblico.

«La società Oleandro ci ha riconsegnato – aggiunge Zirulia – , su nostra richiesta, l’area comunale con sopra la struttura a causa della loro inadempienza: l’ufficio Patrimonio sta lavorando su tutte le pratiche che riguardano immobili di proprietà e non è escluso che quella costruzione alla fine venga demolita». La proposta progettuale presentata anni fa agli uffici comunali prevedeva un impianto natatorio al coperto di metri 25 per 14 - considerando le richieste pressanti di una piscina pubblica da parte di numerosi cittadini - e anche altri locali per completare una sorta di cittadella sportiva. Un centro fitness e ricreativo post traumi, club house e campo polivalente all’aperto, spogliatoi, servizi igienici, docce, parcheggi e spazi verdi. Piscina e sale sportive che dopo 40 anni, fino all’ammortamento dei capitali investiti, sarebbero dovute ritornare a disposizione dell’ente pubblico. La firma della convenzione è stata sottoscritta nel 1996, poi l’inizio lavori e qualche pausa di troppo a causa del conflitto tra le aziende interessate alla realizzazione degli interventi. I fallimenti sono stati gli atti finali di una storia iniziata in modo tumultuoso e proseguita nel peggiore dei modi. A danno del Comune, che aveva concesso l’area per la costruzione, e dei cittadini del rione Oleandro che nel tempo hanno visto crescere una discarica a cielo aperto poco distante dalle loro abitazioni. Il completamento dell’immobile per altri usi richiederebbe risorse onerose all’amministrazione - circa due milioni di euro – e per questo motivo bisogna decidere subito il da farsi per ridare decoro ad un quartiere che lo reclama da tanto tempo.

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