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Nostra Signora di Paulis 380mila euro per l’abbazia

ITTIRI. Un finanziamento di 380mila euro per l’Abbazia di Nostra Signora di Paulis, arriva dal Por Fesr 2014-2002 e dal Fsc 2014-2020. L’importante cifra è destinata alla valorizzazione del sito che...

13 maggio 2018
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ITTIRI. Un finanziamento di 380mila euro per l’Abbazia di Nostra Signora di Paulis, arriva dal Por Fesr 2014-2002 e dal Fsc 2014-2020. L’importante cifra è destinata alla valorizzazione del sito che rappresenta un museo a cielo aperto, a poche decine di metri dalla Ittiri-Sassari. L’amministrazione comunale ha inserito il progetto nell’ambito del sistema per la valorizzazione turistica integrata e per il miglioramento della qualità della vita delle comunità locali del territorio delle Unioni dei Comuni Anglona e Coros. «L’amministrazione comunale di Ittiri con questo intervento – dichiara Baingio Cuccu, assessore alla Cultura – intende avviare un processo che punta alla valorizzazione del patrimonio archeologico che insiste sul proprio territorio, riconoscendo a questo una valenza fondamentale in relazione alla crescita culturale della popolazione residente e una forte capacità attrattiva nei confronti della risorsa turistica». L’intervento consiste nella pulizia generale del sito, nella messa in sicurezza e nella sistemazione del perimetro che circoscrive l’intera zona archeologica che, in alcuni tratti, manca e in altri versa in pessime condizioni. Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione di un punto di accoglienza per i visitatori con un sistema di illuminazione e di videosorveglianza. Verranno posizionate anche pannellature multilingue con didascalie e notizie sulla originale fattura architettonica che non ha termini di paragone specifici in quanto “unicum” nel suo genere. Un accordo con la Soprintendenza prevede la realizzazione di un percorso “espositivo a terra” (su pannellature staccate dal suolo) utilizzando e catalogando tutti i frammenti rinvenuti e accumulati durante le precedenti campagne di scavo. In questo modo si creerà un vero e proprio museo a cielo aperto.

Vincenzo Masia



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