La Nuova Sardegna

Sassari

Ha chiuso Brico Center: la razzia degli ultimi giorni

Luigi Soriga
Ha chiuso Brico Center: la razzia degli ultimi giorni

L’amarezza dei sedici dipendenti che dopo vent’anni sono disoccupati. «Lunghe file e “cavallette” negli scaffali anche per oggetti inutili a metà prezzo» 

02 giugno 2018
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SASSARI. Nemmeno le cavallette sarebbero capaci di spolpare gli scaffali in questa maniera. E questo per Brico Center, che proprio giovedì 31 maggio ha chiuso definitivamente le serrande, è un epilogo che lascia l’amaro in bocca. «È la conferma che l’unica cosa che conta è la politica dei prezzi bassi – dice Emanuele Tola, magazziniere e commesso ora ufficialmente disoccupato – e che con la concorrenza di Bricoman non avevamo una sola possibilità di sopravvivere». È come soccombere col fuoco amico, dal momento che entrambi i colossi del bricolage fanno capo alla stessa catena di grande distribuzione francese Leroy Merlen. Solo che Bricoman macina profitti e ha una politica di espansione (vedi ampliamenti punti vendita a Cagliari), mentre Brico Center in Sardegna è destinata all’estinzione. Da ieri i 16 dipendenti sassaresi sono in ferie sino al 30 giugno, otterranno la buonuscita e saranno licenziati. «La liquidazione consistente è l’unica consolazione – dice Tola – perché le proposte di ricollocazione avanzate dall’azienda erano tutte in Continente. Per noi, che mediamente siamo sopra i 45 anni, viene in salita lasciare famiglia o ricostruire una vita lontano da casa. Nessuno finora ha accettato queste sedi lontane. Speravamo in un assorbimento in Bricoman, magari anche a Cagliari, ma non il personale è già saturo».

Le serrande, spalancate nella Galleria Auchan dal lontano 1996, adesso sono calate come una mannaia sul futuro dei lavoratori. C’è molta amarezza. «L’assalto di questi giorni fa capire come la politica commerciale sia stata fallimentare. I saldi al 50% fanno diventare la gente matta. Per entrare nel negozio c’era una fila incredibile, i clienti si sono portati a casa qualsiasi cosa. Anche oggetti totalmente inutili, che non useranno mai. Ma solo perché potevano comprarli a metà prezzo. Un signore voleva a tutti i costi un rubinetto, che era finito, e allora ha sdradicato l’ultimo articolo dall’espositore. Lo stesso ha fatto una signora con una specchiera. Ho visto una frenesia compulsiva negli acquisti, la ricerca dell’affare a tutti i costi. Gente che ha fatto 100 chilometri perché Brico Center aveva il fuori tutto. E non importa se per tre pennelli da una manciata di euro magari ti toccava fare una fila di mezz’ora alle casse. Questo ti fa capire che il nostro approccio, da sempre basato sul servizio e sulla cortesia, lascia il tempo che trova».

Trovare un’altra occupazione sarà difficilissimo. «C’era già stata in passato una riduzione di personale, e nessuno dei licenziati è riuscito a trovare un lavoro stabile – conclude Tola – L’unica è aprirsi un’attività in proprio. Altrimenti ti devi accontentare di proposte da 10 ore al giorno per 6 giorni, per mille euro. Cioè sfruttamento. E per me, che ho sempre fatto sindacato, che per 20 anni ho sempre lavorato in maniera dignitosa, è decisamente inaccettabile».
 

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