La Nuova Sardegna

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Sassari, Sirio: il grande bluff del secondo lotto

di Giovanni Bua
Sassari, Sirio: il grande bluff del secondo lotto

La progettazione non è nemmeno iniziata. Da mesi Comune, Arst e Regione lo sanno ma nessuno muove un passo

06 giugno 2018
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SASSARI. Il secondo lotto della metropolitana di superficie, che dovrebbe collegare la stazione di Santa Maria di Pisa a Sant’Orsola e di Li Punti, è ben lontano dall’essere realizzato. Anzi, anche solamente dall’essere progettato. Incagliato in una gigantesca secca sopra cui, dal maggio del 2017, siedono Regione, Arst, Comune, impegnati a discutere sempre le stesse cose, senza di fatto muovere un passo. Con il rischio ormai decisamente concreto che il Fondo di Sviluppo e Coesione, che ha messo sul piatto i 32 milioni necessari per finanziare l’opera, semplicemente se li riprenda, dopo aver constatato che nessuna delle scadenze programmate è stata rispettata, e che la possibilità che si arrivi all’aggiudicazione dell’appalto entro il termine tassativo del 31 dicembre 2019 è nulla.

Il protocollo. Eppure dopo il protocollo di intesa firmato lo scorso anno dall’allora assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana, l'amministratore unico di Arst Francesco Marras e il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il progetto, definanziato e riconvenzionato, sembrava essersi messo sui binari giusti. Con l’Azienda regionale individuata come ente appaltante e incaricata di redigere il preliminare, e la Regione a mettere a disposizione i fondi del “Patto per lo sviluppo della Sardegna”, stipulato a luglio 2017 da Renzi e Pigliaru. Certo, c’era sul piatto l’ennesima variazione di percorso (già quattro dalla prima versione del progetto del 2006) fortemente voluta dal sindaco Nicola Sanna, e le solite schermaglie con l’Arst. Ma, nonostante la cortina fumogena che nascondeva lo stato dell’arte, si ipotizzava che tutto stesse procedendo.

La cortina fumogena. Niente di più sbagliato. Ad oggi infatti non solo non c’è nessun preliminare pronto, ma l’Arst non ha ancora ricevuto l’incarico “ufficiale” di redigerlo dalla Regione, con corredo di fondi per pagare i 15 ingegneri necessari. E ha chiarito che, una volta ricevuto il via libera, avrà bisogno di 180 giorni per preparare le carte. E questo sempre che il sindaco di Sassari faccia un passo indietro sulla variante richiesta (e approvata in consiglio con modifiche al Puc) e considerata irrealizzabile.

Il gioco delle parti. Uno stallo che tutti ben conoscono da mesi. E che, al netto dei proclami di questi giorni del sindaco Sanna, che propone di passare i lavori all’Atp e dichiara l’Arst inadempiente, e la difesa “soft” di Regione e Azienda, che rassicurano sulla messa in sicurezza dei fondi e del progetto, nulla è stato fatto per risolvere.

Il verbale. A testimoniarlo un verbale che racconta nei dettagli un incontro, lo scorso 6 marzo, nella sede dell'assessorato regionale dei Trasporti. Presenti l’assessore Careddu, con direttore generale e capo di gabinetto. Poi amministratore unico, direttore e dirigenti Arst. E infine sindaco di Sassari col suo dirigente del settore Mobilità. Un faccia a faccia decisamente ruvido, dove tutti i nodi vengono al pettine.

La variante. Primo punto: la variante prevista dal Comune è, per l’Arst, irrealizzabile. Decine i rilievi sul percorso, alternativo per il 78 per cento all’originale. Il sindaco Sanna ne prende atto, e spiega ad Arst e Regione che la variante è solo una “possibilità”. Nonostante questo l’Arst, che già da febbraio ha perso mesi, a suo dire, per esaminarla, va avanti a spulciarla fino a metà maggio, quando manda una relazione che segnala tutte le criticità al Comune. Il sindaco la riceve ma non risponde. Sei mesi prima l’Arst aveva ricevuto una richiesta di parere preliminare sulla variante, ma anche in questo caso nessuna risposta.

L’Atp. Secondo punto: l’Atp. Il sindaco chiede che, se l’Arst non è in grado di fare il progetto, tutto sia passato all’Atp. In realtà non è possibile per una serie di motivi: fiscali (l’Arst, come società di diritto privato, può recuperare il 22% dell’Iva, che vale 8 milioni), regolamentari (l’Arst, in quanto società in house della Regione, può mandare a bando un preliminare, a differenza di Atp), di personale (per realizzare il progetto servono 12 ingegneri specializzati, che Arst ha in organico e Atp no). Tutti ne convengono, ma qualche giorno fa in sindaco è tornato all’attacco con la proposta, pur sapendo che è irrealizzabile.

L’Arst. Terzo punto: i soldi. L’Arst chiarisce più volte che per avviare la progettazione serve che la Regione stanzi fondi appositi. Non si sente impegnata dal protocollo di intesa, vuole un incarico ufficiale. L’assessore invita a parlarne in un secondo momento. Dopo tre mesi però incarico e soldi non sono arrivati. E l’azienda regionale non ha buttato giù nemmeno una riga.

I tempi. Risultato? L’Arst a marzo sottolineava che, con un avvio immediato della progettazione, senza varianti, avrebbe avuto bisogno di 180 giorni. E che, forse, si sarebbe riusciti ad assegnare l’appalto entro il 31 dicembre 2019. Peccato che da quella riunione nulla sia cambiato. Con l’Arst a chiedere soldi alla Regione e sconsigliare varianti, il Comune ad accusare Arst e proporre Atp. La Regione a far da paciere, senza però cacciare un euro per mettere in moto la macchina. E i sassaresi ad aspettare l’ennesimo, e forse ultimo, naufragio della napoleonica metropolitana, che rischia di rimanere per sempre un trenino che va a zonzo dentro la città.

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