La Nuova Sardegna

Sassari

Seconda tappa a Ossi di “Domus de janas in 3d” 

Con drone e Gps alla scoperta della necropoli di S’Adde ’e Asile

Con drone e Gps alla scoperta della necropoli di S’Adde ’e Asile

OSSI. Seconda tappa del progetto Domus de janas 3D. Dalla necropoli di Mesu ’e Montes l’èquipe internazionale diretta da Guillaume Robin (dell’Università di Edimburgo) si sposta ora a quella di S’Add...

08 giugno 2018
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OSSI. Seconda tappa del progetto Domus de janas 3D. Dalla necropoli di Mesu ’e Montes l’èquipe internazionale diretta da Guillaume Robin (dell’Università di Edimburgo) si sposta ora a quella di S’Adde ’e Asile, sempre in territorio di Ossi, dove opererà dall’11 al 30 giugno. Faranno parte del gruppo di lavoro tre studenti in archeologia dell'Università di Edimburgo, Florian Soula dell’Università di Aix-Marseille (Francia), Pascal Tramoni (Inrap, Corsica), Nadia Canu (Soprintendenza Archeologica di Sassari) e Nicola Castangia (ArcheoFoto Sardegna).

La necropoli di S’Adde ’e Asile, già oggetto di studi da parte di Pina Derudas pubblicati su “Archeologia nel territorio di Ossi”, si estende lungo le pendici meridionali del Monte Corona ’e Teula; consta di 11 domus de janas distribuite in 10 mila metri quadri secondo un ordine apparentemente casuale. Sonotombe preistoriche costruite tra la fine del Neolitico e il Bronzo medio (4.000- 1.200 a.C.), scavate in bassi affioramenti calcarei talvolta isolati, talvolta raggruppati, che (nota la Derudas) si distinguono per la complessità degli impianti planimetrici e per gli schemi decorativi che li caratterizzano. L’èquipe diretta da Guillaume Robin applicherà per S’Adde ’e Asile la stessa metodologia precedentemente elaborata per Mesu ’e Montes.

Il primo obiettivo sarà l’elaborazione di un rilievo fotogrammetrico 3D dell’intera necropoli, dagli spazi interni delle tombe alla topografia del complesso attraverso l’utilizzo di un drone.

Il secondo obiettivo sarà la realizzazione di ricognizioni sistematiche attorno alla necropoli tramite un Gps topografico in modo da creare una mappatura dei materiali di superficie (resti fittili, selce, ossidiana). Questa mappa servirà ad identificare aree di concentrazione di questi materiali che potrebbero suggerire la presenza di uno o più nuclei abitativi preistorici legati alla necropoli ipogeica.

L’èquipe di ricerca si avvale per l’organizzazione dell’attività della collaborazione del Comune (in particolare del sindaco Serra e degli assessori all'Archeologia Piero Muresu e alla Cultura Maria Laura Serra) e della parrocchia (nella persona del parroco don Andrea Stara) che ha messo a disposizione il locale per i ricercatori.

Pietro Simula

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