La Nuova Sardegna

Sassari

Case fantasma in aumento è guerra agli affitti in nero

di Alessandro Pirina
Case fantasma in aumento è guerra agli affitti in nero

Manca, Federalberghi: in vendita online migliaia di alloggi non ufficiali

18 giugno 2018
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SASSARI. Da tre anni e mezzo, da quando è al timone di Federalberghi, Paolo Manca porta avanti una battaglia per la legalità nel turismo. Una guerra quotidiana contro la miriade di b&b e seconde case abusive che hanno trasformato l’industria del balneare in un mercato senza regole. In un far west in cui le tasse sono un optional e chi le paga una mosca bianca. Una battaglia che però finora ha dato pochi risultati. Basta contare il numero degli annunci sui portali on line per capire che i conti non tornano. Un proliferare di case, stanze, letti, talvolta anche garage trasformati in spartane residenze balneari che non conosce sosta. Manca snocciola i numeri di questo fenomeno. «Su Booking ci sono 12.681 annuncia di vendita. Ma prendiamo anche il dato di Airbnb: nel 2015 gli annunci erano 11.200, nel 2016 sono saliti a 15.600, l’anno scorso hanno superato i 16mila. Mi sembrano un po’ troppi per una regione che ha 920 alberghi, un centinaio di campeggi e 3mila tra affittacamere, b&b e agriturismi ufficiali. La verità è che la stragrande maggioranza delle seconde case è fuori da ogni regola».

Alghero al top. I dati del 2018 non sono stati ancora elaborati, ma Manca ha conservato quelli di un anno fa. Ad agosto per Alghero c’erano 989 annunci di vendita on line su Airbnb. Sul podio anche Cagliari con 801 e Olbia con 726. A seguire Arzachena con 580 annunci, Quartu (e quindi sempre il litorale di Cagliari) con 407. Nelle prime dieci posizioni anche Santa Teresa (377), San Teodoro (271), Villasimius (269), Dorgali (262) e Pula (256). «Il sito si chiama Airbnb ma il 76 per cento di questi annunci vendono l’intero appartamento – dice Manca –. Quando sentiamo parlare di soggiorno in condivisione, di vivere esperienze familiari non c’è nulla di vero. La verità è che stai prendendo un appartamento. Solo il 23 per cento riguarda stanze private e addirittura lo 0,21 la stanza condivisa. Senza contare poi che il 56 per cento dei titolari di queste strutture gestisce più di un alloggio. C’è gente che ne ha 30 o 40. È un modo, questo, per mascherare attività di impresa. Non siamo, dunque, di fronte ad attività di supporto al reddito familiare. Io non mi riferisco a chi decide di affittare un paio di stanze della sua casa a luglio e agosto, ma a chi esercita l’attività turistica abusivamente».

La lotta all’abusivismo. Manca dice stop al far west, battaglia sostenuta anche dal nuovo ministro Gian Marco Centinaio, ma è anche consapevole che la vittoria della guerra contro il sommerso non sia così vicina. Il risultato va portato a casa a piccoli passi. E uno di questi è lo Iun, l’anagrafe delle strutture extra alberghiere creata dalla legge sul turismo approvata l’anno scorso dal Consiglio regionale. «È sicuramente un primo strumento – ammette Manca –. Se la Sardegna deve vivere di turismo e se il lavoro dei sardi è il turismo, chi se ne occupa deve essere un professionista, non può essere un hobbista. Dobbiamo andare sempre più verso una Sardegna che ha una gestione organica e professionale della ricettività. Dunque, chiunque si occupi di ospitalità deve fare parte della squadra del turismo, devono essere riconosciuti. Questo la legge sul turismo lo prevede, anche se avremmo voluto che all’anagrafe venissero iscritte pure le seconde case. Tutte le strutture ricettive messe in vendita on line devono essere identificabili».

Qualità. Più trasparenza, più regole significa più qualità. Ed è questa l’altra missione che il numero uno di Federalberghi ritiene indispensabile. «Il turismo progredisce dove l’ospitalità organizzata funziona e l’ospitalità funziona se c’è quella organizzata. Non accade mai il contrario. Il turismo deve essere gestito e dobbiamo decidere come fare. Io non voglio solo hotel a 5 stelle, io voglio qualità ovunque. E basta con i luoghi comuni che la Sardegna deve essere cara a prescindere perché è la Sardegna».

Vantaggi. Lotta all’abusivismo e più qualità, ma senza l’intervento della politica sarà difficile portare a casa il risultato. «Oggi il sommerso vale tra 200 e 300 milioni di euro all’anno. Dobbiamo farlo emergere. Inneschiamo un sistema di vantaggi, la Regione dovrebbe cambiare mentalità: creando un sistema virtuoso tutti saranno invogliati ad andare nelle strutture registrate. Per esempio sconti sui traghetti o parcheggi gratuiti. Trovare soluzioni coercitive mi sembra una battaglia persa, meglio propositive. Come è accaduto nella lotta alla pirateria musicale».



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