La Nuova Sardegna

Sassari

Platamona dice addio ai suoi chioschi storici

di Salvatore Santoni
Platamona dice addio ai suoi chioschi storici

Alcuni concessionari smontano le strutture abusive per evitare ulteriori sanzioni Le ruspe del Comune alla Vozza. Il gestore: «Avevo chiesto tempo, è stato inutile»

20 giugno 2018
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SORSO. Platamona dice addio ai vecchi chioschi lungo il litorale. Nei giorni scorsi alcuni gestori delle strutture abusive hanno provveduto a rimuovere le strutture ritenute abusive dal Comune di Sorso. L’unico chiosco a crollare sotto i colpi delle ruspe pubbliche è quello dell’ottava discesa a mare.

La struttura sorgeva a ridosso della foce del fiume Silis in una zona che negli anni, soprattutto dopo il recepimento delle norme del Piano di assetto idrogeologico, è stata riclassificata aumentando la pericolosità idraulica.

«Avevo chiesto novanta giorni di tempo per lasciare trascorrere la stagione e poi demolirlo a mie spese – spiega il gestore della Vozza, Mario Doneddu – e invece il Comune non ne ha voluto sapere». «Mi servivano pochi mesi per mandare avanti la mia famiglia – aggiunge il gestore – e invece ora mi ritrovo col sedere per terra. Hanno voluto buttarla giù, sembrava che desse fastidio al mondo».

Nei mesi scorsi il gestore ha raccolto la possibilità, offerta dal nuovo Pul, di edificare una nuova struttura in una concessione demaniale posta sull’arenile, a qualche centinaio di metri da dove sorgeva il vecchio chiosco. «C’è un problema – riprende Mario Doneddu – e cioè la nuova concessione è più piccola e non c’è spazio per la parte della ristorazione, che invece nella vecchia struttura potevo fare. Senza quella non c’è guadagno, e sicuramente non si fà vendendo soltanto birra o gelati».

Il piano di demolizione messo a punto dall’amministrazione comunale prevedeva la rimozione di sei strutture. Dopo mesi di incertezze, rinvii, continui ultimatum ai gestori e i ricorsi alla Giustizia amministrativa, il risultato è che le ruspe pubbliche sono state necessarie soltanto in un chiosco: una magra consolazione per la ditta che si era aggiudicata la manifestazione di interesse da 60mila euro. Questo perché nella stragrande maggior parte dei casi, a sbaraccare ci hanno pensato gli stessi gestori: Gavino Carmelo Pilo per il chiosco del secondo pettine; Salvatore Giacomo Mallao e Gavino Usai rispettivamente per il bar e il ristorante del sesto pettine.

Nel piano di demolizione resta ancora un’incognita: il chiosco di Pedifreddu, che si trova nel parcheggio antistante il lido di Sorso: sul suo destino deciderà il Tar.

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