La Nuova Sardegna

Sassari

Rimpasto in giunta, la Cultura all’Upc

Rimpasto in giunta, la Cultura all’Upc

Chiuso l’accordo tra le correnti Dem, al Pd andrà l’assessorato di Amalia Cherchi

20 luglio 2018
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SASSARI. Accordo chiuso tra le correnti Dem e gli alleati per l’atteso rimpasto di giunta che porterà alla nomina, dopo un anno di attesa, dell’assessore alla Cultura. A sbloccare la situazione una serie di incontri tra i vertici dell’Upc, i segretari cittadino e provinciale del Pd Gianni Carbini e Giampiero Cordedda e il sindaco Nicola Sanna che, ammorbidite le richieste iniziali, hanno alla fine trovato la quadra. In giunta come assessore alla Cultura entrerà Manuela Palitta, dirigente del Banco di Sardegna, in “carico” all’Upc.

La corrente Spissu-Lai del Pd, a cui l’assessorato era in teoria in quota, riceverà in cambio la poltrona attualmente occupata da Amalia Cherchi, come rappresentante di Ora Sì, che ha le deleghe a Politiche per i servizi al cittadino, affari generali, legali, decentramento, personale e servizi informativi. A queste si aggiungerà la delega alla Programmazione, attualmente in carico al sindaco (e passata di mano cinque volte dall’inizio del mandato).

Il nome della nuova assessora, si parla di una commercialista, verrà fatto lunedì. E solo allora, salvo clamorosi ma non impossibili ripensamenti dell’ultima ora, verrà siglato il definitivo accordo.

Accordo che è stato tutt’altro che semplice da raggiungere, con le due posizioni di partenza che erano talmente distanti da far temere a lungo che il tavolo saltasse, innescando l’ennesima sanguinosa crisi.

Il sindaco Nicola Sanna era infatti fermo sul nome della Palitta per la Cultura, e soprattutto sull’ingresso dell’Upc in giunta, ma era anche convinto che questo dovesse avvenire con un sacrificio da parte della corrente Dem che l’assessore doveva indicare dal luglio dello scorso anno. La stessa corrente Dem aveva dato invece la disponibilità a cedere la Cultura ma in cambio chiedeva il pesantissimo assessorato al Bilancio, occupato da Simone Campus (che, arrabbiatissimo, era pronto a dare immediate dimissioni). I dirigenti Upc infine chiedevano di entrare in giunta, ma attraverso un riequilibrio delle rappresentanze dei piccoli e non togliendo un posto al Pd. Alla fine la soluzione che accontenta tutti, soprattutto nell’ottica della costruzione della coalizione per i prossimi appuntamenti elettorali. Il rischio: l’apertura di nuovi fronti in aula tra i monogruppo, non tutti soddisfatti della nomina di Palitta in loro rappresentanza. (g.bua)

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