La Nuova Sardegna

SASSARI. Facce scure e parole di fuoco. Così i consiglieri dei partiti minori che fino a ieri puntellavano la tenuta della Giunta Sanna a Palazzo Ducale annunciano la fine di ogni bonus e il balzo all’opposizione. Convocano una conferenza stampa a Palazzo Ducale e sparano ad alzo zero contro il sindaco, Nicola Sanna, e contro il Pd, accusandoli di tradimento. Sono cinque ad aprire l’inquisitoria contro il primo cittadino dichiarando di non sostenere più la Giunta: Marco Manca, Tore Dau, Giancarlo Serra, Nanna Costa e Rino Tedde (in disaccordo con il suo partito, l’Upc). Con loro c’è Amalia Cherchi, l’assessora appena rimossa per fare spazio a un’altra assessora, ma di stampo Pd, indicata dall’ex senatore, Silvio Lai. Lei, che ha rifiutato dimettersi, come chiestole da Nicola Sanna, ha già spiegato che non condivide l’azione del sindaco, marchiandola come «una pura manovra pre elettorale, che rallenta l’azione della Giunta e danneggia la città». Per i consiglieri il mini rimpasto nell’esecutivo a dieci mesi dalla fine del mandato, è molto di più. E peggio. «È un tradimento. Un anno fa tutti i partiti della coalizione avevano siglato un patto di ferro per arrivare a fine legislatura, e quel patto si basava sul fatto che la giunta sarebbe rimasta invariata e avrebbe portato a termine quanto più possibile del programma di governo. Quell’accordo è stato ignorato; sindaco e Pd lo hanno fatto senza consultarci né informarci», contestano i dissidenti. Manca si dice ormai all’opposizione, Dau libero di agire, e votare secondo coscienza, Serra dimissionario dalla carica di vicepresidente formalizzerà il suo passaggio all’opposizione giovedì, dopo un vertice obbligato con la segreteria cittadina del suo partito, il PdS. (v.g.)