La Nuova Sardegna

Sassari

i 50 anni dell’arcivescovo più giovane

di Antonio Meloni

SASSARI. Se dovessimo usare il metro adottato per i grandi eventi, potremmo dire senz’altro che l’assemblea diocesana si è conclusa con un grande successo.Solo a ragionare sui numeri - più di mille...

20 settembre 2018
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SASSARI. Se dovessimo usare il metro adottato per i grandi eventi, potremmo dire senz’altro che l’assemblea diocesana si è conclusa con un grande successo.

Solo a ragionare sui numeri - più di mille persone nelle due giornate - il primo incontro plenario dell’arcivescovo Gian Franco Saba con i rapprtesentanti del mondo religioso e laico ha fatto registrare una partecipazione numerosa e sentita. A circa un anno dal suo insediamento, il presule turritano ha tracciato un bilancio, se pure parziale, di questi dodici mesi incessanti durante i quali monsignor Saba ha gettato le basi di quello che, è opinione condivisa, si annuncia come un cammino pastorale che sarà vissuto nel segno della chiesa missionaria. Bilancio parziale perché l’assemblea ecclesiale, che si è chiusa in Cattedrale nella tarda serata di martedì, è solo la prima di tre tappe che faranno da leit motiv alle attività diocesane nei mesi a venire.

La struttura dei lavori prevede altri due appuntamenti, scanditi tra gennaio e giugno, quando sarà portato a compimento il percorso studiato per dare risposte mirate alle esigenze di una diocesi vasta e variegata.

Una macchina organizzativa imponente - coordinata da Antonello Canu, segretario generale della consulta per le aggregazioni laicali - in collaborazione con i docenti della scuola di alta formazione di management pastorale della pontificia università lateranense, ha lavorato diversi giorni per fare in modo che tutto filasse liscio. Grazie anche al supporto dei volontari dell’associazione «Misericordia» e dagli uomini della polizia locale.

Dopo la giornata di apertura, nell’aula Segni del Quadrilatero, alla quale hanno partecipato, fra gli altri, diversi esponenti del mondo economico e istituzionale, politico e culturale, i lavori dell’assemblea si sono sviluppati nelle sale accanto. In queste sedi, cinque, tante quanto erano le aree tematiche individuate dagli esperti dell’equipe incaricata di preparare i lavori, si sono riuniti i convegnisti provenienti dalle diverse realtà della diocesi. Stimolati dai componenti dello staff della Lateranense, i partecipanti hanno sviscerato i temi al centro dell’assemblea: parrocchia, sinodalità, dialogo e formazione. Una struttura moderna, dunque, sul modello del workshop, con l’obiettivo di individuare le diverse esigenze per intervenire in modo preciso attraverso proposte condivise e mediate. In sintonia con il messaggio diffuso lo scorso agosto, dall’arcivescovo Gian Franco Saba, in occasione delle nomine, l’intento è quello di favorire il rinnovamento in senso missionario: «Per una Chiesa – ha spiegato monsignor Saba a margine dei lavori – che sia sempre in prima linea e che non abbia paura di sporcarsi le mani».

Grande partecipazione anche in Cattedrale, durante la celebrazione eucaristica che ha chiuso in bellezza questa intensa due giorni di studio, riflessione, meditazione e preghiera. All’interno della funzione è stato celebrato anche il rito dell’immissione dei nuovi parroci.

Dopo l’omelia, il cancelliere ha chiamato per nome i nuovi incaricati, undici in tutto, che hanno rinnovato la professione di fede e il giuramento di fedeltà. Ogni sacerdote, dunque, si è avvicinato al vescovo che li ha invitati, uno per volta, a rinnovare la promessa di obbedienza con la recitazione di una formula speciale.

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