La Nuova Sardegna

Sassari

Corruzione ad Alghero: indagati ascoltati per mesi

di Nadia Cossu
Corruzione ad Alghero: indagati ascoltati per mesi

Ingegnere dell’ufficio tecnico accusato di favorire le pratiche di due costruttori La difesa: «No ai processi sommari, siamo pronti a chiarire ogni addebito» 

24 settembre 2018
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ALGHERO. Sei mesi di intercettazioni e un corposo fascicolo dal quale è scaturita l’inchiesta per corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità che ha coinvolto otto persone: l’ingegnere istruttore tecnico del Comune di Alghero Vincenzo Sanna, i due imprenditori edili Bachisio (che tutti conoscono come Isio) Camboni e Antonio Camerada. E poi altri cinque indagati: Costantino Achenza, Margherita Burla, Mario Pio Baldino, Mario Chessa e Salvatore Pinna.

Al centro dell’inchiesta della Procura di Sassari (condotta dai carabinieri del Noe) c’è la gestione delle procedure amministrative delle pratiche di edilizia privata presentate nell’ufficio tecnico del Comune di Alghero. Il magistrato ipotizza in particolare che Sanna accelerasse l’iter per il rilascio di concessioni edilizie ai due costruttori dando loro massima priorità a discapito di altre pratiche che in alcuni casi erano precedenti. «E riceveva indebitamente in cambio – scrive il sostituto procuratore Cristina Carunchio nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari – erogazioni continuative di altre utilità, consistite nella manodopera fornita, a titolo gratuito, per i lavori di ampliamento e ammodernamento della sua abitazione ad Alghero.

Le indagini preliminari sono chiuse e la difesa affila le armi in vista di una richiesta di rinvio a giudizio sulla quale dovrà pronunciarsi il gip. L’inchiesta ha colto di sorpresa gli interessati che non si sarebbero mai aspettati di finire in mezzo a un’inchiesta per corruzione. «L’imprenditore Camboni – dichiara l’avvocato Agostinangelo Marras (che difende l’imprenditore insieme al collega Giulio Spanu) – non ha corrotto nessuno e non ha ricevuto alcun favoritismo dall’ingegnere Sanna che lavorava con rapidità solo perché si rendeva conto dei problemi che eventuali lungaggini avrebbero causato all’azienda».

Quanto agli ipotizzati lavori resi gratuitamente dall’imprenditore all’ingegnere, l’avvocato Marras puntualizza: «Sì, sono stati effettuati dei lavori da parte dell’impresa Camboni nell’abitazione di Sanna ma certamente non sono la contropartita dell’attività amministrativa di nessuno». Respinte, quindi, con forza tutte le accuse, i legali hanno trascorso gli ultimi giorni a leggere con attenzione i faldoni. Nell’inchiesta sono finiti anche pensionati e piccoli imprenditori che, “indotti” da Sanna, si sarebbero rivolti alla compagna di quest’ultimo – che fa l’architetto – per regolarizzare pratiche edilizie. Enzo Sanna in questo modo, secondo la Procura «riceveva indebitamente, in cambio, l’onorario per le prestazioni professionali svolte dalla donna che erano state corrisposte dai cinque indagati».

«Un’ipotesi criminosa tutta da dimostrare non può superare, allo stato attuale, la presunzione d’innocenza che la stessa Costituzione riserva agli indagati – commenta l’avvocato Stefano Carboni, che tutela Sanna e altri due indagati – né i processi sommari possono rovinare la vita dei cittadini che neppure hanno iniziato a difendersi. Spesso il risultato finale dei processi ha evidenziato la fallacia delle iniziali e unilaterali tesi prospettate dagli inquirenti. Aspettiamo, fiduciosi, il contraddittorio processuale per chiarire gli addebiti contestati».

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