La Nuova Sardegna

Sassari

Il prete che sa parlare ai giovani

di Gavino Masia

Don Franco Manunta è il nuovo parroco dello Spirito Santo. Sarà affiancato da don Salvatore Ruiu

14 ottobre 2018
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PORTO TORRES. Il 27 ottobre don Franco Manunta prenderà possesso della parrocchia dello Spirito Santo e il parroco emerito monsignor Salvatore Ruiu si impegnerà a collaborare al suo fianco così come richiesto dal vescovo di Sassari monsignor Gian Franco Saba. Un passaggio di consegne tra due vecchi amici portotorresi, quello previsto nella nuova chiesa inaugurata due anni fa dall’allora arcivescovo padre Paolo Atzei, al centro di una periferia che comprende diversi quartieri e dove vivono oltre diecimila residenti. Don Franco Manunta è stato ordinato sacerdote il 6 agosto 1977 nella basilica di San Gavino e il suo primo incarico fu quello di vice parroco nella chiesa di Bonorva. Il primo mandato di parroco invece nella chiesa di Bonnanaro, poi seguirono le parrocchie di Stintino, Bonorva e nel 2001 la Mater Ecclesiae di Sassari. Nell’ultimo lungo sacerdozio don Franco ha saputo creare sapientemente una combinazione tra la buona musica amata dai giovani e la lettura e discussione della parabola di Gesù: sa parlare ai giovani con il loro linguaggio, mescolando la sacralità della parola di Dio con i temi popolari della società.

Il seminarista. «Franco era seminarista quando tanti anni fa si è avvicinato alla nostra parrocchia – ricorda don Ruiu – e fu di grande aiuto insegnandoci i canti liturgici. Era anche il promotore dei tornei di calcio tra i ragazzi del quartiere, dove svolgeva il ruolo di arbitro, e ha mantenuto sempre un ottimo rapporto con il sottoscritto anche quando è diventato sacerdote andando a vivere in altre parrocchie che gli erano state affidate. La sua nomina in questa parrocchia è stata una sorpresa per noi e anche per lui».

Il prete di frontiera. Dopo quarantaquattro anni di sacerdozio monsignor Salvatore Ruiu lascia invece l’incarico cominciato nell’aprile del 1974. «Una avventura molto coinvolgente – racconta il parroco emerito – che avevo cominciato come vice parroco della basilica di San Gavino su incarico di tre mesi voluto dal vescovo, in quanto don Gavino Sini era impegnato in un seminario della Pastorale. In quel periodo però gli abitanti del rione di San Gavino si stavano spostando verso il nuovo quartiere Satellite e il vescovo mi chiese di diventare il parroco per quelle centinaia di persone. Ho assistito negli anni allo sviluppo di viale delle Vigne e del Satellite: la nascita del primo comitato di quartiere, le Olimpiadi dei giovani e primi locali commerciali ospitati dentro i locali dell’ex Iacp. C’era un fervore incredibile e una voglia di riscatto sociale che ha permesso di raggiungere risultati importanti. Se dovessi rinascere mille volte sceglierei sempre di vivere in questo quartiere e tra questa gente».

La chiesa. Le prime sale per le messe furono ricavate in scantinati e porticati e nel 1993 il trasferimento nei locali di via della Libertà. Con la nascita degli scout Agesci, della Caritas parrocchiale e dei cori. Solo nel 2016 venne alla luce la vera e propria chiesa dedicata allo Spirito Santo. Un grande edificio austero dove nel portale campeggia la scritta “Veni Sancte Spriritus” e a sinistra dell’ingresso in chiesa c’è il muro penetrato all’interno che si scinde in tre pilastri. Simbolo dei tre Protomartiri Turritani Gavino, Proto e Gianuario.

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