La Nuova Sardegna

Sassari

Campus: «Sondaggio Pd? Siamo votati al suicidio»

di Giovanni Bua
Campus: «Sondaggio Pd? Siamo votati al suicidio»

Attacco dell’assessore al Bilancio: «I “sepolcri imbiancati” ora si fermino» E sul web si moltiplicano le reazioni ironiche all’autolesionismo in casa Dem

21 ottobre 2018
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SASSARI. Il sondaggio interno del Pd che “affonda” Nicola Sanna e incorona Gianfranco Ganau come candidato sindaco ideale? «Solo un’evidente vocazione all’autodistruzione». Non usa mezzi termini l’assessore al Bilancio del Comune di Sassari Simone Campus. Ed è in buona compagnia.

La rilevazione ordinata dai Dem cittadini al blasonato istituto triestino Ixè ha infatti scatenato una ridda di reazioni, soprattutto sul web. Non tanto per il sondaggio in sè, pratica normale per un partito come il Pd che ne aveva fatto uno simile lo scorso anno, ma per il fatto che i risultati, tutt’altro che lusinghieri per i democratici cittadini, siano stati resi, per la prima volta, noti nel dettaglio. Con il documento di 40 pagine firmato da Alex Buriani e Roberto Weber che ha iniziato a “viaggiare” nei cellulari degli addetti ai lavori ancora prima di arrivare nelle mani del sindaco. Che, come in tutte le buone storie di corna che si rispettino, è stato l’ultimo a sapere.

Una mossa di cui non è difficile intuire il fine politico tutto interno al Pd sassarese: convincere il sindaco Sanna a fare un passo di lato in vista delle prossime amministrative, magari saltando sul treno delle vicine Regionali. Che non ha però mancato di scatenare dissacranti commenti sul “tafazzismo” dem. Su tutti impossibile non sottolineare quello lapidario di don Gaetano Galia, salutato da qualche centinaio di “mi piace”. «Il sondaggio del Pd su Sanna? Il classico marito che si taglia le palle per far dispetto alla moglie».

Ironia a parte la tensione, come prevedibile, torna a salire. «I sondaggi – attacca Simone Campus – se sono fatti bene, sono molto utili per compiere interessanti analisi e valutazioni politiche da cui possono discendere scelte anche molto difficili. Non si era mai visto, però, il caso di un partito che li abbia utilizzati contro se stesso; contro l’avversario politico interno ormai divenuto irriducibile nemico da distruggere; contro l’amministrazione di cui dovrebbe essere il perno più solido. Goffaggine, malanimo, acredine, insipienza, mancanza di visione per il futuro, assenza di strategia, solo un’evidente vocazione all’auto distruzione. Come si fa a non prendere nettamente le distanze da un gruppo dirigente evidentemente votato al suicidio?».

«Mi appello a tutti i sepolcri imbiancati che pensano ancora oggi, nonostante il 4 marzo, di poter ancora comandare su una città ormai agonizzante – conclude l’assessore, da tempo non tenero con la dirigenza del partito –. Fermatevi finché siete in tempo, fatelo per Sassari se gli volete ancora un pochino di bene».

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