La Nuova Sardegna

Sassari

Caccia al cinghiale, incontri con l’Assl

Caccia al cinghiale, incontri con l’Assl

Si farà un campionamento per monitorare la situazione sanitaria dell’animale

27 ottobre 2018
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SASSARI. In vista dell’imminente avvio della stagione venatoria e della caccia al cinghiale, il Servizio veterinario dell’Assl Sassari ha programmato una serie di riunioni formative e informative per sensibilizzare i cacciatori al rispetto delle misure sanitarie previste per contrastare la diffusione peste suina africana e per la trichinella.

Le riunioni, rivolte esclusivamente ai referenti delle varie compagnie di caccia, si svolgeranno: a Ozieri il 29 ottobre alle 18 presso gli uffici veterinari, regione San Nicola; a Bono il 29 ottobre alle 18 nel centro sociale-sala comunale in piazza Nassiriya; a Sassari sempre nello stesso giorno alle 18 nella sala riunioni dell’Assl di Sassari, Palazzina H, via Rizzeddu 21; a Nulvi il 30 ottobre alle 18 nel locale di Santa Tecla.

In occasione delle riunioni il servizio veterinario consegnerà ai cacciatori, indipendentemente dai territori di caccia, il materiale necessario ad effettuare i campionamenti richiesti dalla normativa e a dare tutte le informazioni riguardo la logistica.

«Si auspica, anche per quest’anno, la collaborazione dei cacciatori per poter raggiungere un campionamento cospicuo che consenta di avere informazioni sempre più attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico, al fine di poter escludere che il virus della peste suina africana circoli tra i cinghiali col rischio di trasmissione ai domestici» spiega il direttore del Dipartimento di prevenzione della Assl Sassari, Francesco Sgarangella.

«La dimostrazione dell’assenza di circolazione del virus nei cinghiali è di fondamentale importanza per il controllo della malattia nel territorio e per la tutela degli allevamenti domestici, oltre che necessaria per consentire la revoca delle aree infette per il selvatico».

I controlli consentiranno inoltre di escludere la persistenza della trichinellosi, ancora presente nel territorio regionale, che è causa di gravi patologie legate al consumo di carni eventualmente parassitate e non controllate.



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