La Nuova Sardegna

Sassari

Murtas: «Creato un polo di incontro culturale»

di Gianni Bazzoni
Murtas: «Creato un polo di incontro culturale»

L’imprenditore annuncia: «Acquistato l’intero immobile». Sante Maurizi: «Non siamo dei visionari»

28 ottobre 2018
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SASSARI. Alessandro Murtas, presidente regionale dell’Anec-Agis, è l’imprenditore che ha scommesso sul Moderno.

«I risultati sono molto positivi e in decisa controtendenza rispetto al panorama nazionale. Sassari si è manifestata attenta e appassionata alla settima arte, tanti sono i segnali che danno buone prospettive di sviluppo. Sono almeno 3 le produzioni di lungometraggi in corso d’opera, la città è sede di festival e numerose sono le iniziative cinematografiche». Una sommessa vinta, quindi. «La squadra del Moderno si è dimostrata capace, rendendo la struttura un polo di intrattenimento e di riferimento per tante altre attività. Abbiamo creato un vero polo di incontro e aggregazione sociale». E in ballo ci sono altri progetti. «Abbiamo perfezionato l’acquisto dell’intero immobile, compresi gli spazi all’aperto che danno sul Fosso della Noce, con la prospettiva di sviluppare attività socio-culturali collaterali. Tra i tanti progetti abbiamo in cantiere delle iniziative con l’ambizione di contribuire a riqualificare la via Adelasia. In tal senso invito la politica, regionale e locale, a valorizzare le sale cinematografiche, individuandole come i luoghi dello sviluppo socio culturale dei centri cittadini, senza relegarle a semplici attività commerciali. Mio prossimo obbiettivo è invitare gli amministratori pubblici a un tavolo che discuta sulle opportunità di sviluppo della sala e di tutta la filiera».

Il direttore artistico Sante Maurizi conferma l’evoluzione positiva. «In queste settimane – dice – la città si sta interrogando su se stessa e sul centro storico. Le analisi non mancano. Ma è meglio concentrarsi sulle risorse in campo più che sui deficit. Ho vissuto da vicino le uniche due imprese private di riattivazione di immobili con destinazione culturale: trent’anni fa il Ferroviario, ora il Moderno. Allora come oggi c’era un gruppo di visionari che per realizzare il proprio progetto, più che all’indebitamento, dovevano stare attenti alla frase molto sassarese “no lu fozzu e no lu dagu fa”. Ma vedo segnali positivi: penso alle iniziative dei commercianti, e al fatto che nell’ultimo anno oltre al Moderno al centro hanno riaperto diverse attività».



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