Recuperato il defibrillatore rubato a Li Punti
Sono stati i carabinieri di Alghero a ritrovarlo. In corso le indagini per risalire agli autori del furto
29 ottobre 2018
2 MINUTI DI LETTURA
SASSARI. É stato recuperato dai carabinieri della compagnia di Alghero il defibrillatore che era stato rubato dalla postazione dove era stato collocato, davanti alla parrocchia San Pio X a Li Punti.
Le indagini sono in corso per risalire agli autori del furto. L’attività investigativa è stata favorita dal fatto che il defibrillatore ha un segnale di riferimento che viene tracciato dalla centrale operativa del 118 di Sassari e, quindi, chi ne era entrato in possesso non poteva farne alcun uso (neppure rivenderlo sul mercato clandestino). Una informazione chem, evidentemente, i ladri non avevano.
Il furto aveva generato sdegno e amarezza tra i parrocchiani e nella comunità di Li Punti, anche perché il defibrillatore - per la funzione fondamentale che assolve in caso di emergenza - può servire per salvare vite umane.
Ieri, appena si è diffusa la notizia del recupero e quindi della restituzione del defibrillatore, i volontari hanno voluto ringraziare «tutti coloro che si sono adoperati, anche con condivisioni sui social, per consentire che il defibrillatore potesse essere ritrovato».
La sistemazione del defibrillatore rientra nel più ampio progetto denominato “Li Punti Cardioprotetta” studiato e organizzato dall’ambulatorio infermieristico “Nursing” e dalla cooperativa sociale “Re-Act”, che ha consentito di posizionarne uno anche in prossimità del campo sportivo. Piazzati all’interno di apposite teche da esterni, i due presidi sanitari erano stati inaugurati solo quattro mesi fa: a giugno l’idea era stata celebrata con tutti gli onori alla presenza di rappresentanti di Regione, Comune di Sassari e 118.
«È difficile trovare le parole, sinceramente è un fatto che non riusciamo a spiegarci», questo il commento di alcuni dei promotori del progetto, sabato subito dopo che è stato scoperto il furto.
«Questo gesto non ha alcun senso dal punto di vista economico, ma è grave soprattutto perché si nega a questa comunità la disponibilità di un dispositivo che può salvare una vita». Nursing e Re-Act avevano lanciato un appello. «Chiunque dovesse entrare in possesso di informazioni utili, si rivolga al nostro ambulatorio, alla parrocchia o alle autorità competenti». Ora il defibrillatore è stato recuperato.
Le indagini sono in corso per risalire agli autori del furto. L’attività investigativa è stata favorita dal fatto che il defibrillatore ha un segnale di riferimento che viene tracciato dalla centrale operativa del 118 di Sassari e, quindi, chi ne era entrato in possesso non poteva farne alcun uso (neppure rivenderlo sul mercato clandestino). Una informazione chem, evidentemente, i ladri non avevano.
Il furto aveva generato sdegno e amarezza tra i parrocchiani e nella comunità di Li Punti, anche perché il defibrillatore - per la funzione fondamentale che assolve in caso di emergenza - può servire per salvare vite umane.
Ieri, appena si è diffusa la notizia del recupero e quindi della restituzione del defibrillatore, i volontari hanno voluto ringraziare «tutti coloro che si sono adoperati, anche con condivisioni sui social, per consentire che il defibrillatore potesse essere ritrovato».
La sistemazione del defibrillatore rientra nel più ampio progetto denominato “Li Punti Cardioprotetta” studiato e organizzato dall’ambulatorio infermieristico “Nursing” e dalla cooperativa sociale “Re-Act”, che ha consentito di posizionarne uno anche in prossimità del campo sportivo. Piazzati all’interno di apposite teche da esterni, i due presidi sanitari erano stati inaugurati solo quattro mesi fa: a giugno l’idea era stata celebrata con tutti gli onori alla presenza di rappresentanti di Regione, Comune di Sassari e 118.
«È difficile trovare le parole, sinceramente è un fatto che non riusciamo a spiegarci», questo il commento di alcuni dei promotori del progetto, sabato subito dopo che è stato scoperto il furto.
«Questo gesto non ha alcun senso dal punto di vista economico, ma è grave soprattutto perché si nega a questa comunità la disponibilità di un dispositivo che può salvare una vita». Nursing e Re-Act avevano lanciato un appello. «Chiunque dovesse entrare in possesso di informazioni utili, si rivolga al nostro ambulatorio, alla parrocchia o alle autorità competenti». Ora il defibrillatore è stato recuperato.