La Nuova Sardegna

Sassari

«Per i Santi non si lavora» 12 commessi sull’Aventino

di Luigi Soriga
«Per i Santi non si lavora» 12 commessi sull’Aventino

La Filcams Cgil: «L’adesione sarebbe volontaria, ma qui funziona diversamente» L’azienda: «La concorrenza apre, non possiamo più permetterci il riposo»

31 ottobre 2018
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SASSARI. «Ricordati di santificare le feste». Nel vangelo secondo Rinaldo il terzo comandamento era un pilastro ben piantato nella teologia del lavoratore. «E in linea di principio lo sarebbe ancora... – assicura – se non fosse che...». Se non fosse che la crisi economica, la concorrenza e la necessità di sopravvivere, hanno finito per rimodulare e riattualizzare catechesi e precetti lavorativi.

In parole povere accade questo: l’1 novembre si celebrano i Santi e alcuni dipendenti della Supermercati Europa Sardegna vorrebbero rimanere a casa con le proprie famiglie. Il problema è che per aprire i punti vendita, anche la Mb Group, l’impresa che in regime di esternalizzazione ha preso il timone dei supermercati ex Sigma, ha bisogno di tutto il personale. Ne viene fuori un braccio di ferro tra i sindacati da un lato e le aziende dall’altro: nel mezzo 12 lavoratori che si ritrovano a fare da ariete per una battaglia, quella del diritto al riposo, che da qui alle festività Natalizie, riserverà interessanti sviluppi.

Maria Teresa Sassu, segretario generale della Filcams Cgil della provincia di Sassari, la racconta così: «I dipendenti hanno inviato a tempo debito una mail in cui non fornivano alla Mb Group la disponibilità a prestare servizio il primo novembre in modo da poter stare in famiglia e santificare la festa. Da precisare che il lavoro festivo non è obbligatorio, ma è sempre necessario il consenso del lavoratore, il quale ha dalla sua un diritto assoluto di astensione. Lo ha stabilito la Cassazione che ha condannato un datore che aveva irrogato una sanzione disciplinare a una lavoratrice che si era rifiutata di prestare servizio nel periodo di Natale».

Ma, a detta dei lavoratori, l’azienda non è affatto entusiasta della loro indisponibilità, e comincerebbe l’opera di convincimento. «Dopo l’invio della mail – dice Maria Teresa Sassu – è stato un susseguirsi di pressioni. E i dipendenti si sono rivolti al sindacato per capire che fare. Si parte dalla minaccia di addebito del mancato fatturato e poi si lascia intuire che anche lo stipendio sarebbe a rischio. Questo è un clima aziendale ostile e contro la dignità della persona. Soprattutto tendendo conto dei trascorsi di questi lavoratori». Si parla di sopravvissuti a un’odissea: dal fitto d’azienda al Consorzio Europa non andato a buon fine, all’applicazione dei contratti di prossimità con rinuncia della quattordicesima e della metà delle ferie per 3 anni, sino al demansionamento di un livello per 9 mesi su 12, una mensilità a fondo l’esternalizzazione.

Dall’altra parte della barricata c’è invece chi pensa che se quei lavoratori dopo una simile odissea abbiano ancora un posto fisso, non lo debbano al destino, ma a chi ha investito dei soldi. E il deus ex machina, in questa vicenda, si chiama Rinaldo Carta.

«Tutti quelli che mi conoscono sanno bene che sarei il primo a chiudere l’attività ogni domenica e ogni festa. L’ho fatto fin quando era possibile, ma ora i tempi sono diversi. Conad, Cria, Euospin, Lidl, Carrefour, Auchan aprono l’1 novembre, e noi non possiamo fare diversamente. Sono amareggiato che in un momento di crisi come questo si possano puntare i piedi in questa maniera così ottusa. Occorrerebbe più lungimiranza e soprattutto gratitudine per aver conservato il proprio posto. Ci sono centinaia di altre professioni che lavoreranno il giorno dei Santi. Si tratta di una festività ben retribuita, con maggiorazioni riconosciute. I sindacati mi tirano in ballo per tentare di mettere con le spalle al muro i dipendenti e cercare di fargli cambiare idea. Ma io non ho avuto contatti con nessuno. Sfido chiunque a tirare fuori il nome di un dipendente che io avrei chiamato e minacciato. I miei rapporti sono con l’Mb Group, l’azienda che ha acquisito il personale. E alla fine sapete cosa penso? Che se 20 lavoratori su 200 preferiscono non venire, non me ne importa nulla. Se ne stiano pure a casa. Mi sembra un atteggiamento da marziani. Apriremo anche senza di loro».

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