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Sassari

Consorzio Industriale di Sassari, i veleni del Pd approdano in Regione

di Luigi Soriga
Consorzio Industriale di Sassari, i veleni del Pd approdano in Regione

I consulenti di Erriu bocciano il nuovo direttore e il Cda. Ora Pigliaru dovrà valutare se adottare provvedimenti

19 novembre 2018
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SASSARI. Il clima rovente attorno al Consorzio Industriale sembrava ormai spento, invece le braci covano ancora sotto la cenere. A rialzare la temperatura della sopita polemica sulla nomina del direttore generale e sulla composizione del Cda, che aveva dilaniato il Pd la scorsa primavera, ci pensa la relazione del Gruppo di lavoro incaricato dall’assessorato regionale agli Enti Locali di far luce sulle azioni adottate dalla società partecipata.

I consulenti di Erriu infatti “bocciano” le procedure con le quali il Consorzio ha affidato a Salvatore Demontis il ruolo di direttore generale, e sottolineano la mancanza di requisiti e l’incompatibilità di Claudio Pecorari di poter sedere all’interno del consiglio di amministrazione.

La relazione - c’è subito da precisare - ha solo valenza consultiva, non è vincolante, e nasce come risposta a una nota inviata dal commissario straordinario della Provincia di Sassari, Guido Sechi, che avanzava una serie di perplessità sul Consorzio Industriale. Quindi il Gruppo di lavoro non fa altro che passare la palla al governatore Pigliaru, il quale dovrà decidere se intervenire o meno sulla partecipata. Ma in che modo? Non potrà avere voce in capitolo sulla scelta di Demontis. Quella è una pratica fatta nel marzo scorso e ormai archiviata. Nel senso che l’unico ente che avrebbe potuto annullare la nomina diretta e interna del direttore generale era il Tar. Ma i 45 giorni, cioè il termine utile per opporsi, sono scaduti e il Tribunale non ha ricevuto alcun ricorso e nemmeno il giudice del lavoro. Quindi legittima o non legittima, la poltrona dell’ex consigliere regionale non si tocca.

Altro discorso e altro peso assume invece la vicenda della permanenza all’interno del Cda di Pecorari. In questo caso, qualora la sua posizione fosse ritenuta illegittima, la Regione avrebbe la possibilità di sciogliere l’assemblea, commissariare il Consorzio e probabilmente annullare le delibere approvate grazie al voto favorevole e determinante di Pecorari. Le sottolineature fatte dai consulenti regionali in sintesi sono queste: Pecorari è stato nominato esponente del Cda dal commissario del Comune di Porto Torres, prima dell’elezione del sindaco Wheeler. Quest’ultimo, una volta in carica, non ha revocato l’incarico a Pecorari entro i 45 giorni utili, ritenendo in questa maniera di confermarlo implicitamente. Secondo il Gruppo di lavoro questo passaggio è insufficiente, perché Wheeler avrebbe dovuto confermare Pecorari con un atto formale. Ma non basta: i consulenti sostengono anche che la sua presenza all’interno del Cda sia illegittima anche per la legge Severino che non consente di occupare contemporaneamente più poltrone. E Pecorari, oltre al tavolo dei consiglieri del Corsorzio, riveste anche il ruolo di presidente dell’Asa, ovvero la società in house dello stesso Consorzio che gestisce i servizi ambientali. Quindi secondo il Gruppo di lavoro sussiste l’ipotesi di “inconferibilità” che renderebbe illegittima la posizione di Pecorari.

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