La Nuova Sardegna

Sassari

Policlinico, c’è la soluzione. Arru: «Sì all’accreditamento»

di Luigi Soriga
Policlinico, c’è la soluzione. Arru: «Sì all’accreditamento»

L’assessore: via libera alla procedura modulare per garantire l’assistenza

25 novembre 2018
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SASSARI. Ogni tanto un po’ di creatività aiuta a mettere in campo le soluzioni. Proprio ieri sera, alle 18, si è aperto il primo concreto spiraglio di futuro per il Policlinico Sassarese. Dopo i giorni di smobilitazione, finalmente, la boccata d’ossigeno.

Assessore Arru, che soluzione avete trovato?
«Una procedura di accreditamento nuova che ci permetta di superare l’impasse della revoca del vecchio accreditamento. Abbiamo chiesto all’attuale gestione del Policlinico di inviarci una nuova richiesta, sulla base della quale noi potremo concedere un accreditamento provvisorio almeno per quanto riguarda i comparti funzionali, ovvero gli ambulatori, la diagnostica, la riabilitazione e tutte quelle attività che non hanno a che fare con le sale operatorie».

In pratica è l’accreditamento modulare del quale si è parlato sin dal principio?
«L’obiettivo è quello di garantire una continuità assistenziale e favorire il passaggio dalla vecchia alla nuova gestione del Policlinico. Ma i Rusconi (titolari di Habilita, la società che vuole rilevare il Policlinico ndr )dovranno fare immediatamente tutto ciò che è necessario per la messa in sicurezza: o con lavori strutturali o con interventi, così come emerso nelle riunioni in Prefettura, atti a mitigare il rischio. E mi riferisco soprattutto alle norme antincendio».

Gli uffici che producono atti formali nella direzione della smobilitazione, la politica che ad un tratto tira fuori dal cilindro una strada del tutto alternativa. C’è uno scollamento tra le parti?
«Su questo aspetto voglio essere chiaro una volta per tutte: stiamo superando un problema reale e non burocratico. Perché qui sembra che si sia svegliato uno di luna storta e un bel mattino abbia deciso di creare casini. Non è così. È un problema che va avanti da 9 mesi, e io mi sento di difendere l’operato del mio dirigente. Il Policlinico è stato invitato a più riprese a mettersi in regola e a produrre documenti. E se n’è infischiato. È come se uno passasse davanti a un posto di blocco la prima volta con le gomme lisce, la seconda con i fari fuori uso e pretendesse che gli agenti chiudano sempre un occhio. Se per 9 mesi ti dico di presentarmi un certificato sul rischio statico e non lo presenti, che devo fare? E se non nomini un responsabile del rischio? Ho fatto i salti mortali per questa soluzione solo perché c’è un nuovo imprenditore affidabile. Ma è sbagliato colpevolizzare il dirigente o chi fa i controlli. Bisognerebbe capovolgere il punto di vista».

Si spieghi meglio.
«Che fine hanno fatto i 15 milioni di euro dei fondi Jessica erogati per le ristrutturazioni? Se non sono stati utilizzate la colpa di chi è? Se le sale operatorie non hanno impianto di aerazione io posso accreditarle?».

Lei e la classe politica espressione del territorio siete nel mirino. Si parla di latitanza, di Cagliaricentrismo, di depauperamento del Sassarese. Non ultima la novità della chiusura dei laboratori di analisi in città e il trasferimento dei campioni ad Olbia.
«Qui c’è un equivoco. Sassari è un Dea di secondo livello è ha un laboratorio di secondo livello. L’Ats con una delibera sta attuando una riorganizzazione di tutta la Sardegna dove si cerca di ottimizzare mettendo in rete laboratori che hanno una potenza di automazione enorme. Per l’utente non cambia nulla, anzi avrà un servizio migliore. Infatti a Sassari i punti di prelievo verranno potenziati e lo stesso avverrà in maniera capillare in tutta l’isola. Non si muove il cittadino, ma si muovono i campioni. Tu hai i punti di prelievo in prossimità, il campione si muove attraverso vettori. I campioni da analizzare verranno concentrati in strutture che hanno la dotazione tecnologica in grado di elaborare una quantità enorme di esami. E Olbia è uno di questi. Le statistiche dicono che un laboratorio privato, in una economia di scala, dovrebbe eseguire 200mila esami. Noi in Sardegna abbiamo 53 laboratori che fanno circa 50mila esami. Questi sono sprechi enormi, e i costi di trasporti sono nettamente in inferiori rispetto a questa gestione ormai superata e antieconomica».

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