La Nuova Sardegna

Sassari

Via le catene, il giostraio vince

di Luigi Soriga ; w; Apre i lucchetti e con loro anche un pezzetto di futuro. Poi si scrolla di dosso le catene e anche il peso di due notti al freddo e quel senso di ingiustizia che gli chiudeva lo stomaco. Piange di commozione e di un senso di libertà provato poche volte. «Dice: sono felicissimo. Abbiamo costruito qualcosa di grandioso. Non vedo l’ora di piazzare i materassi elastici in piazza d’Italia. Finalmente si lavora». Non l’hanno informato bene, forse perché anche chi ha preso a cuore la sua protesta e l’ha portata in consiglio comunale, non era informato bene. Niente piazza d’Italia per il giostraio, le tre postazioni disponibili erano già occupate dalla giostrina con i cavalli, dai seggiolini volanti e dal trenino. Restano due spazi liberi in piazza Castello: «Davvero? – dice un po’ stupito – e vabbè, chissenefrega. Sono felicissimo lo stesso. La pendenza si compensa. Evviva anche piazza Castello». La sua protesta, le sue lacrime e le sue foto incatenato a un lampione di piazza d’Italia hanno fatto il giro del web. C’è chi gli è stato accanto tutta la notte, chi gli ha portato paste e caffè, chi gli ha manifestato affetto con abbracci, strette di mano e in bocca al lupo. I politici di opposizione hanno fatto quadrato attorno a lui, i gruppi social hanno organizzato sit-in in piazza. Ma in maniera non troppo silenziosa il disappunto ha cominciato a montare anche all’interno della maggioranza di Palazzo Ducale. La scelta della giunta di far valere una delibera sul decoro che prevedesse per le piazze storiche solo giostrine in stile vittoriano, e che escludesse il bungee jumping per i bimbi, non convinceva il 90 per cento dei consiglieri. Anzi, a dirla tutta, non entusiasmava nemmeno tutti gli assessori che pure avevano firmato quella delibera. Perché il senso del documento, è stato spiegato all’interno di una riunione dell’esecutivo, doveva essere un altro: individuare un polo delle attrazioni e dei giochi per bambini, cioè una piazza da destinare in maniera permanente ad ospitare le giostre e gli spettacoli per i piccoli. Magari piazza Santa Caterina, o un altro spazio del centro storico, in modo da rivitalizzare altre zone. Invece quest’idea è rimasta solo sulla carta, tra l’altro scritta in modo da innescare interpretazioni arbitrarie e dunque iniquità. Perché il concetto di decoro urbano è elastico più del bungee jumping, così come quello di classicità. Quindi i consiglieri di maggioranza e due assessori avrebbero voluto che certe scelte a tutela dell’estetica fossero supportate da una programmazione, magari da un dibattito in Consiglio e certamente da regolamenti che affrontassero la materia in maniera più precisa. In modo che nessun giostraio un giorno potesse incatenarsi e dire perché il trenino sì e io no. Perché i camion street food in piazza e io no. E soprattutto perché mezza città non puntasse il dito contro l’amministrazione dicendo: perché volete un salotto elegante ma vuoto? Una piazza decorosa ma senza vita? Insomma, la delibera di giunta approvata ad ottobre, che di fatto escludeva Gianluca Pirinu dallo scenog
Via le catene, il giostraio vince

Retromarcia della giunta criticata anche dalla maggioranza: il bungee jumping va in piazza Castello

14 dicembre 2018
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SASSARI. Apre i lucchetti e con loro anche un pezzetto di futuro. Poi si scrolla di dosso le catene e anche il peso di due notti al freddo e quel senso di ingiustizia che gli chiudeva lo stomaco. Piange di commozione e di un senso di libertà provato poche volte. «Dice: sono felicissimo. Abbiamo costruito qualcosa di grandioso. Non vedo l’ora di piazzare i materassi elastici in piazza d’Italia. Finalmente si lavora». Non l’hanno informato bene, forse perché anche chi ha preso a cuore la sua protesta e l’ha portata in consiglio comunale, non era informato bene. Niente piazza d’Italia per il giostraio, le tre postazioni disponibili erano già occupate dalla giostrina con i cavalli, dai seggiolini volanti e dal trenino. Restano due spazi liberi in piazza Castello: «Davvero? – dice un po’ stupito – e vabbè, chissenefrega. Sono felicissimo lo stesso. La pendenza si compensa. Evviva anche piazza Castello».

La sua protesta, le sue lacrime e le sue foto incatenato a un lampione di piazza d’Italia hanno fatto il giro del web. C’è chi gli è stato accanto tutta la notte, chi gli ha portato paste e caffè, chi gli ha manifestato affetto con abbracci, strette di mano e in bocca al lupo. I politici di opposizione hanno fatto quadrato attorno a lui, i gruppi social hanno organizzato sit-in in piazza.

Ma in maniera non troppo silenziosa il disappunto ha cominciato a montare anche all’interno della maggioranza di Palazzo Ducale. La scelta della giunta di far valere una delibera sul decoro che prevedesse per le piazze storiche solo giostrine in stile vittoriano, e che escludesse il bungee jumping per i bimbi, non convinceva il 90 per cento dei consiglieri. Anzi, a dirla tutta, non entusiasmava nemmeno tutti gli assessori che pure avevano firmato quella delibera. Perché il senso del documento, è stato spiegato all’interno di una riunione dell’esecutivo, doveva essere un altro: individuare un polo delle attrazioni e dei giochi per bambini, cioè una piazza da destinare in maniera permanente ad ospitare le giostre e gli spettacoli per i piccoli. Magari piazza Santa Caterina, o un altro spazio del centro storico, in modo da rivitalizzare altre zone. Invece quest’idea è rimasta solo sulla carta, tra l’altro scritta in modo da innescare interpretazioni arbitrarie e dunque iniquità. Perché il concetto di decoro urbano è elastico più del bungee jumping, così come quello di classicità. Quindi i consiglieri di maggioranza e due assessori avrebbero voluto che certe scelte a tutela dell’estetica fossero supportate da una programmazione, magari da un dibattito in Consiglio e certamente da regolamenti che affrontassero la materia in maniera più precisa. In modo che nessun giostraio un giorno potesse incatenarsi e dire perché il trenino sì e io no. Perché i camion street food in piazza e io no. E soprattutto perché mezza città non puntasse il dito contro l’amministrazione dicendo: perché volete un salotto elegante ma vuoto? Una piazza decorosa ma senza vita? Insomma, la delibera di giunta approvata ad ottobre, che di fatto escludeva Gianluca Pirinu dallo scenografia di Palazzo Giordano, era un tantino claudicante, con diverse incongruenze e prestava il fianco a troppe critiche. Alla fine il sindaco e l’amministrazione hanno avuto la lungimiranza, l’intelligenza e l’umiltà di fare un passo indietro. Tutta la minoranza ha presentato nella seduta del Consiglio di ieri una mozione per annullare la delibera di ottobre e riportare le regole a quella del 2016, che non faceva distinzione tra le giostre classiche e quelle moderne. Peccato che nessuno avesse letto attentamente il testo. «Concesse tre postazioni in piazza d’Italia e due in piazza Castello». Quindi di fatto piazza d’Italia era già off limit per i materassi elastici. Tutti festeggiano per il risultato, domani si salta in piazza d’Italia. Poi però quello che salta fuori è l’imprevisto: opss, Piazza d’Italia è sold-out. Attimi di panico. «Nessun problema – dice il giostraio – Piazza Castello è perfetta ugualmente. La pendenza si risolve». E fila via leggero e felice come quei bimbi che rimbalzano sui suoi materassi.

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