La Nuova Sardegna

Sassari

Michela si sentiva minacciata: «Se mi succede qualcosa, fate stare i bambini con mia madre»

Michela Fiori
Michela Fiori

L'algherese uccisa dal marito aveva chiesto di fare di tutto per portare i bambini alla mamma se le fosse accaduto qualcosa

27 dicembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. «Se mi dovesse succedere qualcosa, cercate di fare di tutto perché i miei figli possano andare a stare con mia mamma». Michela Fiori si sentiva minacciata. Quel coraggio di tagliare definitivamente i ponti con una relazione ormai logora, quella scelta di aprirsi alla vita, all’amore, alla serenità, quella volontà di dare una seconda opportunità a se stessa e ai figli l’aveva messa in pericolo. E lei lo sapeva. Sapeva che Marcello Tilloca sarebbe anche potuto arrivare a ucciderla.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:alghero:cronaca:1.17597293:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/alghero/cronaca/2018/12/26/news/femminicidio-ad-alghero-in-attesa-dell-autopsia-nuovi-particolari-sull-assassinio-di-michela-1.17597293]]

Purtroppo, però, non aveva mai avuto il coraggio di sporgere denuncia. Oggi questa consapevolezza inizia a fare breccia nel muro di riservatezza e prudenza che a lungo ha cercato di proteggere lei e i ragazzi. L’immagine dell’uxoricida dipinto come un bravo ragazzo cambiato dal demone del gioco si sgretola. Al suo posto si fa largo il ritratto di un uomo che lei, Michela Fiori, aveva già iniziato da tempo a temere. L’aveva mandato via di casa, aveva cambiato le chiavi del portone, l’aveva denunciato per tentata estorsione quando da un numero sconosciuto chiedeva un riscatto per il telefono smarrito dal figlio. Ma non si era mai presentata alla caserma dei carabinieri, al commissariato di polizia o alla Procura di Sassari.

«Caro Marcello, sei stato molto furbo e determinato, hai chiesto aiuto e noi ti siamo stati tutti molto vicini, piangevi e facevi la vittima, mentre premeditavi da carnefice», scrivono a chiare lettere degli amici della coppia. Sono addolorati. «Il nostro rimpianto è quello di non essere stati abbastanza convincenti con Michela per farti denunciare, lei era preoccupata per il futuro del padre dei suoi figli e non lo ha fatto», dicono.

«Cara Michela, abbiamo passato ore intere per provare a difenderti da chi ti voleva con la forza “o con me o con nessun altro”, ricordo ancora quel caffè la sera – proseguono – era troppo tardi per andare, ci promettesti che saresti andata in polizia la mattina seguente». Ma Michela Fiori non l’ha fatto. «Non riusciamo ancora a somatizzare, increduli parliamo e piangiamo una morte annunciata», è il grido di dolore. Poi l’appello. «Questo atroce delitto non rimanga impunito e i bambini possano andare a stare con la nonna – è la richiesta – uno degli ultimi pensieri di Michela è stato proprio quello di voler tutelare i propri figli». E così, «se ieri non siamo riusciti a starti abbastanza vicini – concludono – oggi chiediamo a tutti di condividere, far emergere la verità e la giustizia». (g.m.s.)
 

In Primo Piano
Politica

Regione, la giunta Todde annulla la delibera per la costruzione di quattro nuovi ospedali

Le nostre iniziative