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Sassari

Il sindaco di Burgos dopo l'atto intimidatorio: «Non mi fanno paura, non mi dimetto»

Il sindaco di Burgos dopo l'atto intimidatorio: «Non mi fanno paura, non mi dimetto»

Il primo cittadino Salvatore Arras è deciso a portare avanti il mandato fino al 2020: «Lo faccio per i miei compaesani»

28 dicembre 2018
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BURGOS. «Vado avanti, non ho la minima intenzione di dimettermi e di darla vinta a chi agisce nella illegalità. Lo devo ai miei compaesani che mi hanno affidato la responsabilità di amministrare il paese, non posso tradire la loro fiducia».

All’indomani dell’attentato intimidatorio e delle scritte minacciose comparse sul muro della chiesa di Sant’Antonio, il sindaco di Burgos Salvatore Arras lancia un segnale a chi la notte di Natale ha tentato di dare fuoco alla sua Fiat Punto posteggiata davanti alla sua abitazione e poi ha imbrattato il muro della chiesa parrocchiale con minacce di morte.

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«Non ho paura per me – spiega Arras – ma quello che è successo lascia l’amaro in bocca per il grosso danno che viene fatto alla collettività. Il nostro è un paese di gente onesta – aggiunge il sindaco – che non merita di essere infangato da azioni come quella di qualche giorno fa».

Intanto proseguono da parte dei carabinieri della compagnia di Bono le indagini per risalire agli autori dell’attentato incendiario e delle scritte minatorie. I militari hanno avviato un’attività investigativa che potrebbe però richiedere parecchio tempo prima di portare gli investigatori a una conclusione. «Lascio che le forze dell’ordine facciano il loro lavoro – commenta il primo cittadino di Burgos – e sinceramente non mi interessa sapere delle indagini. Io vado avanti per la mia strada e porterò avanti il mandato affidatomi dai miei compaesani – aggiunge Arras – fino al 2020. Poi – conclude il sindaco – non mi ricandiderò, ma questo lo avevo già deciso prima di subire queste intimidazioni».

E le minacce qualche giorno prima erano state indirizzate a un giovane del paese. Anche in quel caso erano comparse delle scritte minatorie e anche in quel caso, come è accaduto la notte di Natale, erano state subito cancellate. Dopo anni bui, segnati dalla morte Bonifacio Tilocca, il padre del sindaco Pino, ucciso nel 2004 da una bomba fatta esplodere davanti al portone della sua abitazione, la comunità di Burgos sta cercando di rilanciare il paese anche da un punto di vista turistico. Alla Regione è stato chiesto di finanziare con cinque milioni di euro un progetto per sfruttare al massimo la vocazione turistica di Foresta Burgos nell’ottica di uno sviluppo sostenibile. Tutto questo realizzando quella che dovrà essere la fattoria didattica più grande d’Europa e l’albergo diffuso. «Attendiamo ancora risposte – conclude il primo cittadino – ma andiamo avanti e continuiamo a credere che non ci siano alternative alla legalità». (l.f.)

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