La Nuova Sardegna

Sassari

Centro prelievi a Osilo, Ganau: «Deve riaprire»

Mario Bonu
Centro prelievi a Osilo, Ganau: «Deve riaprire»

Anche il presidente del consiglio regionale in campo contro la decisione Ats: «Va garantito un servizio essenziale, la sanità territoriale non va indebolita »

31 dicembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





OSILO. «Il centro prelievi di Osilo deve riaprire al più presto», lo sostiene con una nota stampa il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, prendendo una posizione molto precisa sull’argomento. «Qualunque siano i motivi tecnici che hanno portato alla sua chiusura – prosegue il presidente del Consiglio - la direzione dell'Ats deve provvedere alla soluzione e garantire un servizio di prossimità essenziale. Questo è il compito dei dirigenti del sistema sanitario regionale che risponde ai principi e agli indirizzi più volte rappresentati dal Consiglio regionale di una sanità territoriale che va rafforzata e non indebolita».

Gianfranco Ganau conclude esprimendo piena solidarietà e sostegno agli amministratori che da tempo portano avanti la battaglia contro la chiusura dei centri prelievi. «Mi associo alla richiesta del sindaco di Osilo e degli altri sindaci del territorio – chiude Ganau - perché il servizio sia ripreso il più rapidamente possibile».

La notizia della chiusura del centro prelievi di Osilo e degli altri dieci “superstiti” del territorio era arrivata poco prima di Natale, con una nota della direzione del Distretto di Sassari. Una decisione conseguente all’applicazione di quanto previsto dalla deliberazione della giunta regionale n. 21/11 del 24 aprile scorso, relativa a “Accreditamento istituzionale dei servizi di diagnostica di laboratorio e dei relativi punti di prelievo esterni”. E ai due allegati alla stessa, che prevedono il “Modello di riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio: soglie di attività, criteri di aggregazione e modalità di funzionamento del sistema di service”, e i “Requisiti di accreditamento per la diagnostica di laboratorio”. Per la sospensione di quanto previsto nella delibera si erano battuti i sindaci del territorio, e la loro opposizione aveva trovato espressione nella nota trasmessa alla Regione dalla presidenza dell’Area socio-sanitaria di Sassari, che avanzava una richiesta in tal senso. Anche perché c’è da dire che in più occasioni, la direzione del Distretto e quella dell’area Socio-sanitaria avevano condiviso con la conferenza di servizi del Plus un progetto – quello denominato dell’”infermiere del territorio” – che piuttosto che a una riduzione dei servizi, andava nella direzione esattamente opposta, per un aumento della presenza della sanità nel territorio con "servizi di prossimità".

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative