La Nuova Sardegna

Sassari

Policlinico, salvi tutti i 112 posti di lavoro

di Paoletta Farina

Accordo in Regione tra sindacati e Petruzzi per il riassorbimento del personale con le garanzie economiche e contrattuali

09 ottobre 2019
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SASSARI. Accordo firmato tra sindacati e la Labor spa e 112 posti di lavoro tutti in salvo. Giornata storica per il futuro del Policlinico Sassarese che può risorgere dal fallimento: a Cagliari, nella sede dell’assessorato regionale al Lavoro si è trovata l’intesa, costruita in questi mesi di trattative a volte sofferte, e che pone basi di garanzie per i dipendenti, che saranno riassunti in toto entro la fine dell’anno o al massimo nei primi giorni del 2020. Ma anche per l’imprenditore della sanità Nicola Petruzzi, che ha visto confermato nero su bianco il budget storico di dieci milioni per le prestazioni convenzionate con la Regione, con la possibilità, se si creeranno nuove esigenze, di ottenere altre convenzioni.

Ieri, al tavolo, ci sono stati momenti di tensione e confronto anche duro tra Cgil, Cisl e Uil e Petruzzi e il suo staff di avvocati e collaboratori, risolti grazie dalla mediazione da parte degli assessori al Lavoro, Alessandra Zedda, e alla Sanità, Mario Nieddu, e del direttore dell’Aspal, Massimo Temussi. Ma alla fine quello che è contato è stato il risultato, fissato in una decina di pagine.

In sintesi, i sindacati (presente anche il Cimop per i medici) hanno ottenuto per i dipendenti la sede di lavoro a Sassari, l’inquadramento nei livelli che avevano sotto la vecchia proprietà del Policlinico, ma anche la formazione a carico della Labor spa, se risulterà necessario svolgere altre mansioni nell’economia del lavoro, anche in aziende del gruppo Petruzzi. I medici, secondo contratto della sanità privata, saranno assunti con il livello di assistenti. I crediti economici del personale (dalle mensilità arretrate al Tfr), inoltre, saranno a carico del fallimento.

Con la firma dell’accordo potrà chiudersi la procedura fallimentare che prevede il pagamento della parte restante del prezzo di vendita, nove milioni di euro, da parte di Petruzzi, il rogito notarile e la riassunzione effettiva dei lavoratori.

Grande soddisfazione da parte delle sigle sindacali che hanno firmato l’accordo. Paolo Dettori e Massimiliano Muretti per la Fp Cgil e la Cgil territoriale, Armando Ruzzetto e Antonio Monni per la Cisl Fp e Augusto Ogana per la Uil Fpl. «La firma è un traguardo che abbiamo raggiunto grazie a un impegno corale – dicono –. Dobbiamo ringraziare gli assessori regionali Zedda e Nieddu, il direttore dell’Aspal Tessumi, il curatore fallimentare Ceresa, Confindustria e il consigliere regionale del territorio Antonello Peru di aver collaborato tutti insieme per conservare l’ occupazione e un servizio importante al territorio.»

Anche dalla Regione, che aveva puntato agli stessi obiettivi assumendo precisi impegni sin dall’inizio della vertenza, arrivano dichiarazioni positive. «Un risultato raggiunto grazie al contributo di tutti – spiegano Alessandra Zedda e Mario Nieddu – e in cui, come Regione, abbiamo creduto fortemente. Il progetto sperimentale di politiche attive del lavoro per la ricollocazione del personale del Policlinico nelle strutture del sistema sanitario regionale, ci ha permesso da un lato di non disperdere i lavoratori, garantendo la continuità occupazionale, dall’altro di impiegare importanti professionalità con lo scopo di contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa nel territorio. Ora, con la nuova proprietà, tutti i lavoratori saranno riassorbiti nella struttura sassarese e apprezziamo – concludono gli assessori – l’attenzione per il territorio da parte di Labor, che ha consentito di dare risposte a un territorio che diversamente avrebbe visto un ulteriore impoverimento dell’offerta di servizi sanitari che invece resteranno nel Sassarese».

Dall’incontro di ieri è arrivata inoltre la notizia che i lavoratori impegnati nel progetto di politiche attive potranno godere da ottobre di una retribuzione più pesante: dalla somma stanziata di 738mila euro verranno ripartiti i residui rimasti in seguito alla riduzione del numero dei beneficiari.

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