La Nuova Sardegna

Sassari

Buon viaggio “piccola” Enrica

di Donatella Sini

Castelsardo, folla al funerale della 29enne morta dopo un malore. Il parroco: aiutaci ad amare la vita 

17 ottobre 2019
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CASTELSARDO. Nessuno è voluto mancare e chi non ha potuto essere presente lo ha fatto col pensiero e col cuore. Tutto il paese, e il circondario, ha dato ieri l’ultimo saluto a Enrica Bianco, la 29enne parrucchiera castellanese, morta improvvisamente, per arresto cardiaco, all’uscita della discoteca Vogue, dopo i festeggiamenti per il matrimonio di un’amica, all’alba della scorsa domenica.

La cattedrale di Sant'Antonio Abate non è riuscita a contenere tutti, il sagrato, le balconate attorno al campanile e le vie intorno hanno accolto la folla che, in assordante silenzio, ha atteso che la funzione religiosa giungesse al termine. Il lutto cittadino indetto dall’amministrazione comunale è stato osservato da tutti gli esercizi commerciali. Dalle 16 le serrande sono rimaste abbassate, alcuni negozi non hanno riaperto neppure dopo la cerimonia funebre.

Dentro la cattedrale, hanno concelebrato i due parroci della città, don Pietro Denicu e don Giuseppe Delogu, della parrocchia di Lu Bagnu, e il sacerdote castellanese Santino Cimino, ora parroco di Trinità d'Agultu. I canti, eseguiti da un grande coro d’insieme che ha unito i gruppi cittadini, le letture fatte con la voce rotta dal pianto, le bandiere dei comitati con i fiocchi bianchi delle feste, invece del consueto viola utilizzato per i funerali, la bara di legno chiarissimo e le parole del parroco hanno fatto da cornice ad una commossa, ma sobria, cerimonia funebre.

«Enrica, aiutaci ad amare ancora la vita, nonostante tutto – ha esordito il parroco don Pietro, all'omelia – hai fatto un bel pasticcio, ci hai ammutolito tutti, in questi giorni. Ma hai anche fatto il miracolo di farci sentire più famiglia, più comunità, uniti nello stesso dolore. La giovane storia di Enrica non morirà mai, il regalo più bello che possiamo farle è un nuovo cammino fra di noi, far germogliare il seme che lei ha piantato, per arrivare al paradiso dove lei si trova».

Il sacerdote ha quindi ha esortato la famiglia e gli inconsolabili amici a «non aver paura delle lacrime, sono come quelle del battesimo, sono pensate da Dio, fidatevi di lui, non chiudetevi nella rabbia, né nello sconforto. Non dobbiamo rimanere chiusi nel nostro dolore. Siamo del Signore».

I genitori Eraldo e Rosanna, il fratello Carlo e il fidanzato Simone, hanno affrontato l’ultima prova con coraggio, circondati da un rispettoso silenzio.

Enrica era una ragazza pulita, gioiosa, e lo hanno ricordato anche le amiche, nella lettera di saluto, letta al termine dalla messa.

«Ci mancherà la tua sincerità, la tua onestà, quel tuo essere custode prezioso di tanti nostri segreti. So per certo che anche a te mancheremo noi. Ci terremo stretti i ricordi di te per consolarci quando ci mancherai. Buon viaggio piccola grande donna, ti porteremo sempre in un prezioso posto del nostro cuore e ti promettiamo che non lasceremo soli la tua famiglia e Simone che tu amavi tanto».

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