La Nuova Sardegna

Sassari

«Un errore non rendere onore a Mannuzzu»

«Un errore non rendere onore a Mannuzzu»

Mascia (Pd): nessun atto ufficiale è stato fatto per ricordare l’intellettuale scomparso il 10 settembre

22 ottobre 2019
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SASSARI. «Su Salvatore Mannuzzu abbiamo sbagliato». Inizia così l’interpellanza presentata da, consigliere Dem Giuseppe Mascia, che chiede conto, a oltre un mese dalla morte del magistrato, politico e scrittore sassarese, del perché «da parte di questa istituzione, che qui tutti e tutte noi rappresentiamo, non è stata ancora messa in atto alcuna azione o gesto che rendano il giusto rispetto e onore a questa importante figura, né il giorno del funerale attraverso il segno di una nostra presenza istituzionale, né nei giorni a seguire attraverso le consuete iniziative sia all’interno dell’aula del Consiglio Comunale sia al di fuori di essa».

Mannuzzu, grossetano di nascita ma sassarese a tutti gli effetti, si è spento il 10 settembre all'ospedale di Sassari dove era stato ricoverato d'urgenza per un malore, aveva 89 anni. Prima magistrato, quindi deputato con l'esperienza di tre legislature come indipendente nelle liste del Pci. Molto noto come scrittore, l'intellettuale tra i più importanti del panorama isolano, e non solo, ha pubblicato una decina di libri con Einaudi. Fra gli altri il romanzo "Procedura", vincitore del Premio Viareggio e del Premio Dessì, da cui alcuni anni fa è stato tratto il film di Antonello Grimaldi “Un delitto impossibile”.

«L’uomo Salvatore Mannuzzu, il suo operato e le sue opere letterarie, hanno rappresentato e ancora rappresentano la città di Sassari di fronte a tutta l’Italia dando lustro e onore a questa comunità, e non solo a questa ma anche al territorio sardo e alla sua cultura – scrive Mascia nell’interpellanza firmata anche dagli altri componenti del gruppo Pd –. Il futuro e le sorti di una comunità dipendono anche da come questa sa riconoscere, tutelare e valorizzare quelle esperienze che sanno mostrare la storia e i valori di una comunità e di come questo tessuto identitario possa farsi largo nel proprio territorio ed essere riconosciuto come tale al di fuori di esso. Ed è compito e dovere di chi ricopre un ruolo politico e civile nelle istituzioni fare in modo che queste stesse istituzioni siano uno strumento collettivo affinché anche la stessa ripresa dalla crisi attuale significhi imparare a non mettere più in secondo piano le esperienze che esprimono valori condivisi».

«L’interpellanza – spiega Mascia – è rivolta al sindaco ma vuole anche sollecitare l’intera assise che si riunisce a Palazzo Ducale. Che spesso ricorda eventi, persone, fatti. Quello che vogliamo sapere è cosa il sindaco e la giunta hanno intenzione di fare per commemorare degnamente, dandogli il giusto rilievo, una figura di cui non solo sentiremo la mancanza, ma di cui non vedremo tracce di somiglianze per gli anni a venire. Penso che sia un impegno che tutto il consiglio, e il sindaco in prima persone, devono prendere, senza procrastinare oltre. Per rimediare a quello che, di tutti, è stato un grave errore». (g.bua)

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