La Nuova Sardegna

Sassari

Ittiri, in centocinquanta alla terza camminata tra gli olivi e i frantoi

ITTIRI. Oltre centocinquanta appassionati di ambiente, natura e olivicoltura hanno partecipato, domenica scorsa, alla terza edizione della “Camminata tra gli Olivi”, organizzata da “S’Ischimadorza”,...

29 ottobre 2019
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ITTIRI. Oltre centocinquanta appassionati di ambiente, natura e olivicoltura hanno partecipato, domenica scorsa, alla terza edizione della “Camminata tra gli Olivi”, organizzata da “S’Ischimadorza”, l’associazione degli olivicoltori Ittiresi.

L’itinerario, di media difficoltà e lungo circa quattro chilometri, è stato coperto in poco più di tre ore, con partenza dal frantoio oleario dei fratelli Delogu.

La numerosa comitiva, zaino in spalla e scarponi da treking, si è “immersa” nel verde degli olivi certa di vivere una giornata particolare. Certezza che si è concretizzata appena percorse alcune centinaia di metri quando, Vincenzo Masia e Severino Deiana, esperti del territorio, hanno illustrato le caratteristiche orografiche dei vari siti attraversati, ricchi di reperti archeologici testimoni di un passato olivicolo, ricco di tradizione, cultura che ancora oggi è possibile rivivere osservando i resti, in pietra, delle basi dei torchi attraverso i quali veniva spremuta la pasta dopo la molitura, per ottenere l’olio di oliva. Infatti, quando ancora non esistevano i frantoi, ha spiegato Deiana, la lavorazione delle olive avveniva nella zona di raccolta dove confluivano più produttori del circondario per ricavare l’extravergine, prodotto tipico del territorio, che ancora oggi rimane un’eccellenza, a livello regionale e nazionale. A metà percorso, dopo aver ammirato le chiome degli olivi secolari, cariche di olive in avanzata fase di maturazione, la comitiva ha sostato per la degustazione di vari tipi di formaggio e della ricotta appena prodotta. A fine “camminata” pranzo a base di prodotti tipici locali, conditi, rigorosamente con olio extravergine, produzione 2019. La giornata si è conclusa con una visita al frantoio dove, i partecipanti hanno avuto la possibilità di assistere, molti per la prima volta, sotto l’attenta guida degli addetti ai lavori, alle varie fasi di lavorazione fino allo sgorgare, dalla centrifuga, del “verdone”, l’extravergine dal gusto di carciofo e dal sapore piccante, caratteristico dell'oliva bosana, tipica del territorio.

Vincenzo Masia



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