La Nuova Sardegna

Sassari

A Nulvi un pozzo sacro e un nuraghe da scoprire

di Mauro Tedde
A Nulvi un pozzo sacro e un nuraghe da scoprire

Nel complesso archeologico di Irru un cantiere Lavoras per la pulizia e scavo Sotto la direzione della Soprintendenza, il Comune sta riqualificando il sito 

02 novembre 2019
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NULVI. È stato avviato nel mese di maggio a Nulvi il cantiere Lavoras che l’amministrazione comunale ha dedicato al complesso archeologico di Irru. I lavori, eseguiti con la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, sono finalizzati alla pulizia, sistemazione, rilievo e scavo di un sito pluristratificato, occupato dall’età nuragica all’età bizantina, messo in luce alla fine degli anni ’80 del XX secolo e oggetto di indagini tra il 1990 e il 1991.

Si tratta di un vasto insediamento, costituito da un nuraghe complesso con un vasto villaggio, un pozzo sacro, una serie di impianti per la produzione di vino (palmenti), e, di recente scoperta, una struttura semicircolare interamente lastricata.

Il pozzo sacro, datato intorno al 1000 a.C., è realizzato in pietra calcarea finemente lavorata e presenta dimensioni imponenti: 16 metri di lunghezza per 7,5 metri di larghezza. L’ingresso è costituito da un vestibolo lastricato su due diversi livelli: il primo atrio ha sul piano pavimentale una conca circolare e una canaletta che scarica in una vasca in pietra; il secondo atrio, più in alto, ha canaletta centrale e immette alla camera circolare del pozzo.

Questa è profonda 4,5 metri e costruita con blocchi perfettamente levigati, disposti a filari regolari di uguale altezza.

I reperti recuperati spaziano dal periodo nuragico fino all'epoca bizantina e si possono ammirare nel vicino Museo Archeologico e Paleobotanico di Perfugas. Spiccano per la raffinatezza nella lavorazione quelli in pietra: una testa d'ariete, numerosi conci con bugne in rilievo, frammenti di modelli di nuraghe, simili a quelli rinvenuti a Mont'e Prama, con un'alta torre centrale e esili torrette laterali, i conci triangolari che segnavano il culmine del tetto.

Per la tecnica costruttiva particolarmente raffinata e le bugne nei conci, il pozzo di Irru può essere paragonato a quello Predio Canopoli a Perfugas, realizzato probabilmente dalle stesse maestranze. I lavori del 2019 hanno riguardato la pulizia dell’intera area, invasa dalla vegetazione e dai rovi, rendendo lo spazio fruibile per una tappa del Time in Jazz, il 10 agosto.

Si è quindi proceduto riportando alla luce il poderoso nuraghe, per il quale sono in corso i rilievi, eseguiti anche con l’ausilio del drone. A cura della Soprintendenza sono in corso saggi di scavo, che riguarderanno anche il pozzo sacro, finalizzati a precisare cronologia e funzionalità delle diverse aree del complesso.

Il cantiere, finanziato dal Comune di Nulvi, è svolto con la direzione scientifica di Nadia Canu e Riccardo Locci, funzionari archeologi della Soprintendenza, il coordinamento sul campo dell’architetto Bianca Tedde, coadiuvata dal geometra Giovanna Maria Pisanu e otto operai.

La durata del cantiere è di otto mesi. I lavori sono condotti con il supporto del personale della sede operativa di Perfugas della Soprintendenza. «Parallelamente al cantiere è in corso di redazione una guida archeologica sul Nuraghe Alvu e sull’area di Irru, con rimandi a contenuti digitali – spiega il sindaco Antonello Cubaiu –, crediamo fortemente nella valorizzazione di questo eccezionale complesso archeologico e ulteriori risorse (92mila euro dalla programmazione strategica territoriale, che ammonta a 1.118mila euro), saranno finalizzate alla valorizzazione e alla creazione di un percorso con contenuti interattivi».

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