La Nuova Sardegna

Sassari

La basilica erosa da infiltrazioni

di Gavino Masia
La basilica erosa da infiltrazioni

Il parroco di San Gavino: «L’acqua dai pluviali danneggia facciata e portone, fermiamo il degrado» 

02 novembre 2019
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PORTO TORRES. La pioggia caduta negli ultimi giorni ha messo a nudo ancora una volta i problemi strutturali della basilica di San Gavino e questa volta il parroco don Mario Tanca non sa proprio a che santo votarsi per vedere la realizzazione degli interventi di manutenzione richiesti. «Dai pluviali sopra le porte di ingresso riservate ai sacerdoti e ai turisti filtra acqua all’interno – lamenta il sacerdote – e scende nell’architrave fino a danneggiare completamente il portone dove entrano i turisti: oramai non si può più rattoppare, come fatto altre volte, e bisogna sostituirlo perché non chiude».

Don Tanca periodicamente fa fare le pulizie generali, chiedendo a un operaio di togliere le erbacce, che crescono abbastanza rigogliose, dalle mura e sul tetto della Basilica. Dopo le prime piogge, però, è subentrato anche il problema delle infiltrazioni d’acqua dentro gli ingressi della chiesa romanica. E per cercare di tamponare l’improvvisa emergenza il parroco di San Gavino ha chiesto all’operaio di mettere una guaina sui pluviali per fare defluire le acque meteoriche. Una operazione che richiede un intervento costante dopo ogni pioggia, comunque, e una attenzione particolare tutto intorno alla Basilica. «Siamo al punto di prima sulle criticità della chiesa – aggiunge don Tanca –, nel senso che le nostre richieste di interventi, anche attraverso lettere protocollate alle istituzioni, non hanno avuto mai nessuna risposta né è stato compiuto un sopralluogo per verificare le problematiche strutturali esistenti da qualche anno. Che riguardano anche il manto erboso – continua -, le pietre che cadono all’esterno e il selciato intorno alle cumbessias». Ci sono poi le lampade sul pavimento di ingresso alla chiesa tutte spente (qualcuna vandalizzata) e la luce viene assicurata solo dai fari posizionati in alto. All’esterno continuano senza tregua i problemi di erosione, alveolizzazione e attacchi biologici. Che aumentano con la stagione invernale e che stanno provocando la disgregazione degli elementi lapidei. Nel portale gemino si sono già registrati fenomeni di distacco di alcuni conci e la situazione tende purtroppo a peggiorare se non si cerca di intervenire in maniera massiccia.

Il degrado strutturale in cui versa la Basilica lo conosce bene l’arcivescovo di Sassari monsignore Gian Franco Saba e la stessa diocesi, e circa due anni anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi aveva visitato il compendio monumentale di Monte Agellu promettendo un suo interessamento per attivare finanziamenti importanti. Ci aveva provato poi Nando Nocco, dell’associazione Intragnas, con una petizione sul web, informando e sensibilizzando la gente di tutta l’Isola sulla necessità di intervento di restauro e salvaguardia al monumento.

«L’attesa di poter vedere interventi sulla Basilica è logorante – conclude il parroco di San Gavino – e siamo oramai scoraggiati: gli ultimi eventi hanno creato apprensione tra le tante persone che hanno a cuore le sorti di questa chiesa millenaria, culla di tante generazioni e simbolo antico della comunità».

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