La Nuova Sardegna

Sassari

Caso Puc-Tanit, tutti assolti dopo 11 anni

di Daniela Scano
Caso Puc-Tanit, tutti assolti dopo 11 anni

Il costruttore Nicolino Brozzu non subì pressioni dall’ex sindaco Gianfranco Ganau e dall’ex assessore Valerio Meloni

06 novembre 2019
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SASSARI. Il sindaco Gianfranco Ganau non esercitò “pressioni” indebite per indurre il costruttore Nicolino Brozzu a rinunciare alle azioni giudiziarie nei confronti del Comune di Sassari. Alla storia della tentata concussione per la verità non aveva creduto neppure il pm, che aveva chiesto l’assoluzione dell’ex sindaco ed ex presidente del consiglio regionale, ma anche dell’allora assessore comunale all’Urbanistica Valerio Meloni e dell’ex dirigente del Suap Gianfranco Masia.

Restava però la storia delle oscure manovre ordite a Palazzo Ducale per lasciare al palo la pratica “Tanit”. Una brutta storia di sospetti abusi che nel 2008 e in quelli successivi tenne banco nelle aule di giustizia e scatenò un putiferio nelle stanze della pubblica amministrazione, ingessando carriere politiche. Una storia che, dopo 11 anni, si è sciolta come un gelato all’Equatore. Sono stati tutti assolti gli imputati di avere fatto carte false per ostacolare il costruttore di Castelsardo nella pratica per la costruzione del complesso commerciale all’ingresso della città, davanti al cimitero. I reati erano già prescritti per il lungo tempo trascorso ed era stata questa la richiesta del pubblico ministero Giovanni Porcheddu ai giudici: un colpo di spugna tecnico per il lungo tempo trascorso dai presunti abusi commessi per bloccare la pratica Tanit.

Invece ieri il collegio presieduto dal giudice Salvatore Marinaro (a latere Lupinu e Crobu) è entrato nel merito delle accuse e ha scagionato tutti gli imputati con una sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste». La storia del Tanit, insomma, non fu un complotto ma una contorta pratica amministrativa. Brozzu sosteneva di avere subito una estorsione da Alberto Cossu, all’epoca dei fatti presidente della Confcommercio, ma il reato è stato dichiarato prescritto.

I giudici del tribunale di Sassari hanno applicato la prescrizione anche al reato di abuso d’ufficio collegato alla votazione del Puc in consiglio comunale nel 2008. Capitolo processuale che vedeva imputati, oltre l’ex sindaco Ganau, anche l’allora consigliera comunale Dolores Lai e i tecnici incaricati della redazione del piano urbanistico: Pietro Cozzani e Francesco Luigi Antonio Dettori.

Da questa accusa è stato invece assolto, per non avere commesso il fatto, l’ex assessore Valerio Meloni che è stato l’unico degli imputati a rinunciare alla prescrizione. Una scelta che gli altri non hanno fatto e che potrebbe spiegare la differente decisione dei giudici sullo stesso episodio. Assistito dall’avvocato Francesco Ruju, Meloni ha infatti chiesto che il collegio valutasse il merito delle accuse a suo carico ed è stato assolto da tutto.

La sentenza emessa ieri a mezzogiorno spazza via le ombre che si erano addensate nel 2008 sulla pratica Tanit dopo le denunce di Nicolino Brozzu. Il costruttore sosteneva di essere stato ostacolato nel suo progetto di riorganizzare gli spazi interni nello stabile in costruzione sull’area dell’ex consorzio agrario. Una variante in corso d’opera che il Comune non concesse perché non prevista dal Puc. A questo punto Brozzu denunciò in Procura una serie di presunte illegittimità nella approvazione del piano urbanistico. Come la asserita incompatibilità di Ganau e di Dolores Lai che, a suo dire, non avrebbero dovuto partecipare al voto. In questa fase, secondo il costruttore, lui sarebbe stato avvicinato dal sindaco, dall’assessore Meloni e dal responsabile del Suap. Questo incontro, qualificato come una tentata concussione dal sostituto procuratore Maria Grazia Genoese che condusse l’inchiesta, era il più grave tra quelli contestati agli imputati.

Furono in 36, originariamente, gli imputati di una bufera giudiziaria che coinvolse l’intera classe politica che guidava la città. Sono trascorsi undici anni, un tempo lunghissimo per fare chiarezza. Uno degli imputati, l’urbanista Bruno Virginio Gabrielli, è morto senza poter assistere alla sua riabilitazione.

La sentenza è stata accolta con soddisfazione dagli imputati e dai loro avvocati Giuseppe Conti, Gianluigi Poddighe, Giuseppe Masala, Salvatore Porcu, Luca Accardo, Francesco Ruju e Vittorio Campus. Ora tutti attendono di leggere le motivazioni prima di decidere se e come agire, in sede civile, per dare un senso a questi undici anni di imputati in attesa di giudizio.

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