La Nuova Sardegna

Sassari

La guerra dei letti: scende in campo il “bed manager”

di Luigi Soriga
La guerra dei letti: scende in campo il “bed manager”

La missione impossibile dell’infermiere che trova spazi liberi Battaglia navale dove chi “cede” il posto è il vecchietto sano 

09 novembre 2019
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SASSARI. I reparti delle medicine sono in sold-out permanente. Saturi di pazienti, talvolta con barelle al posto dei letti. E quando capitano le giornate storte, col Pronto soccorso che macina a pieno ritmo e sforna dieci ricoveri nell’arco di qualche ora, trovare gli spazi diventa un rebus.

Così ci sono sere in cui all’ospedale comincia una sorta di battaglia navale, dove ogni letto equivale a una casella, e dove l’inquilino più tranquillo, tipo il vecchietto con qualche acciacco ma in via di guarigione, rischia di essere affondato, anche in piena notte, per far spazio al malato più urgente.

Al centro di queste grandi manovre, da tre settimane c’è una figura tecnica chiamata “bed manager”, ovvero “l’amministratore dei letti”, colui che dovrebbe smistare i pazienti nel modo giusto. Sulla carta una professionalità dal ruolo altamente strategico, che ha sempre il quadro aggiornato della saturazione dei singoli reparti, «che crea le condizioni per usare al meglio tutti i posti letto disponibili nella struttura attraverso la programmazione di tutta l’attività di ricovero, l’attività chirurgica, l’attività ambulatoriale e pianificando in modo dinamico la logistica dei pazienti in base alle fasi della degenza. Che possiede un certo grado di autonomia decisionale e collabora con tutto il team multidisciplinare che ruota attorno al paziente».

Questo nel mondo fatato in cui la teoria e le strategie risolvono subito i problemi. Nella giungla dell’overcrowding del Pronto soccorso, e della drastica diminuzione del numero dei posti letto nelle unità operative, per il “bed manager” ogni giorno è una guerra.

Per prima cosa lui esercita un enorme potere gestionale, ma dall’altro canto ha uno stigma pesantissimo, quasi un peccato originale: è un infermiere. La massima aspirazione per un primario o per un direttore non è esattamente quella di prendere ordini, o meglio suggerimenti, da una figura con molti meno gradi sulle spalle. E nessun primario è entusiasta quando il proprio reparto diventa un’area di sosta per pazienti di altra provenienza.

A dirla tutta non piace nemmeno essere tempestato di telefonate giornaliere per fare l’appello degli inquilini, tra new entry e dimissioni. E il nonnetto che sonnecchia serafico nel suo letto di Medicina, Geriatria o Lungodegenza, naturalmente è ignaro di questi quotidiani bracci di ferro e non sa di essere una pedina altamente sacrificabile nello scacchiere della sanità sovraffollata.

Ma il primo bersaglio della battaglia navale è sempre lui. E non potrà essere diversamente, in uno scenario di emergenza cronica nei reparti. Le Medicine, Gastroenterologia, Geriatria, Pneumologia, Lungodegenza raramente hanno uno spiraglio disponibile. E le cause sono risapute eppure sempre le stesse: inappropriatezza dei ricoveri, con malati trattenuti in Ospedale più a lungo del dovuto. Con la dislocazione errata, perché spesso ospitati nei reparti con un letto libero, e non in quelli che gli garantirebbero l’assistenza più mirata. Altri posti letto preziosi invece sono ipotecati da mesi da pazienti non più autosufficienti, che gli altri presidi del territorio, come le residenze sanitarie, non sono in grado di accogliere perché anch’esse in costante sold-out. In barba allo schema operativo di un Hub di primo livello come quello di Sassari, dove la sinergia tra ospedale e strutture periferiche dovrebbe funzionare alla perfezione.

E poi c’è ancora il discorso dei tempi di degenza troppo elevati in generale, ma con scompensi evidenti tra un reparto e l’altro. Dove capita ad esempio che una Lungodegenza ospedaliera registri dei tempi medi di ricovero più bassi di un reparto per acuti delle Cliniche universitarie.

Ecco, il “bed manager”, in questa fase di rodaggio, si trova nel mezzo del caos. Da governare con tanta pazienza e con una mappa, fatta di caselle da liberare e da riempire ogni giorno.

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