La Nuova Sardegna

Sassari

Carlo, il mare nell’anima e il “Toro” nel cuore

Grande sportivo, lavorava al Consorzio industriale provinciale. Sposato, era padre di due bimbe

10 novembre 2019
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STINTINO. «Io amo il mare», l’avrà scritto decine di volte nel caso qualcuno avesse bisogno di un aiuto per interpretare il sorriso che si allargava di fronte alla distesa azzurra, al profumo dell’acqua salata che sbatte sulle rocce. Carlo Ponti era uno sportivo vero, a 360 gradi. Il “Toro” nel cuore, la tempra granata che lo contraddistingueva in ogni occasione, nel lavoro come nella vita e nello sport. In mare ci andava per ammirare le bellezze dei fondali, per quella forma di relax che solo chi riesce a stare bene “immerso” nell’immensità può apprezzare sino in fondo. Ma Carlo Ponti era anche uno che ci sapeva fare in canoa: fisico possente, ogni volta che aveva un momento libero impugnava la pagaia e cercava angoli di mare nuovi da esplorare. Alle immersioni con le bombole si era avvicinato da circa quattro anni: iscritto al Diving di Capo Caccia ad Alghero, aveva conquistato i “compagni” di viaggio con il suo carattere allegro, per la disponibilità e quella capacità di sapere ascoltare gli altri. Conosceva bene il mare di Capo Caccia, ma ogni tanto amava - specie nelle puntate del fine settimana - andare a studiare nuovi ambienti. E quello di Stintino è uno dei luoghi che i naturalisti e gli amanti delle immersioni mettono sempre in programma.

Doveva essere una mattinata riscaldata dalle bellezze della Pelosa, invece è rimasta segnata in maniera indelebile dal freddo della tragedia. Tanti i messaggi di dolore e incredulità dagli uomini e le donne di mare ai colleghi di lavoro del Consorzio industriale, a quelli del “cuore granata” che proprio ieri avrebbero voluto festeggiare con lui la bella vittoria del Torino. (g.b.)

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