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Sassari, non può pagare gli alimenti e tenta il suicidio due volte

Nadia Cossu
Sassari, non può pagare gli alimenti e tenta il suicidio due volte

Denunciato dalla ex moglie, un insegnante di 65 anni finisce in tribunale. Il drammatico racconto al giudice: «Avevo perso il lavoro e non avevo più soldi»

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SASSARI. Architetto e insegnante. Un uomo perbene, 65 anni, sposato, con due figli. A un certo punto della sua vita decide di lasciare la cattedra, ha voglia di nuove sfide. Sua moglie lo supporta e avvia un’impresa che si occupa della vendita di materiali edili, le cose in un primo momento vanno bene, poi non più ed è allora che comincia il declino. Lavorativo e personale. Il fallimento dell’azienda si porta dietro anche quello del matrimonio.

L’uomo è comparso ieri in tribunale come imputato per violazione degli obblighi di assistenza familiare. Una delle tante storie che approdano nelle aule dei palazzi di giustizia: coppie separate, l’ex marito che non contribuisce al mantenimento della famiglia, l’ex moglie che non ha un lavoro e decide di denunciare il coniuge. E si arriva, appunto, davanti al giudice.

Ma a volte queste “condotte”, che per la legge sono sbagliate e come tali vanno perseguite, nascondono dei drammi personali. «Io avrei voluto dare alla mia ex moglie i soldi che spettavano a lei e a nostro figlio ancora minorenne – ha raccontato l’imputato in aula – e finché ho potuto l’ho fatto. Ma poi sono caduto in disgrazia, non riuscivo più a pagare, mi sono anche ammalato e un giorno, con gli ultimi otto euro che mi erano rimasti in tasca, ho comprato una corda e ho provato a impiccarmi. Ho provato, sì, ma alla fine non ho avuto il coraggio di lasciar andare la sedia sotto i piedi, signor giudice...».

È la storia di un insegnante sassarese che a un certo punto decide di cambiare vita ma non avrebbe mai immaginato che quella scelta piena di incognite lo avrebbe quasi ridotto sul lastrico. Una svolta netta che ha comportato l’abbandono di uno stipendio sicuro per una sfida dalle mille incertezze. Gli appalti c’erano ma i soldi tardavano ad arrivare, a volte non si vedevano proprio. E così sono cominciate le prime difficoltà economiche e insieme a queste, come accade nella gran parte dei casi, anche le prime tensioni tra marito e moglie.

La relazione è compromessa, i due si lasciano e si separano legalmente. «In un primo periodo non ho avuto problemi a corrispondere quanto dovuto per il mantenimento». Poi le commesse non venivano pagate o comunque c’erano notevoli ritardi «e mi sono ritrovato senza soldi». La disperazione ha preso ben presto il sopravvento. E l’insegnante (assistito nel processo dall’avvocato Claudio Mastandrea) ha tentato di togliersi la vita per due volte. «La prima con un filo elettrico che però si è rotto come l’ho legato all’albero. Allora, con gli ultimi 8 euro che avevo in tasca sono andato a comprare una corda. Ho preparato tutto, sono salito sulla sedia ma non ho trovato il coraggio di lasciarla andare...». Fortunatamente.

Il processo è stato aggiornato a gennaio per la discussione di pm e difesa e per la sentenza.

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