La Nuova Sardegna

Sassari

Guerriglia a Hong Kong, il racconto di un sassarese: «Qua è il caos»

Claudio Zoccheddu
Guerriglia a Hong Kong, il racconto di un sassarese: «Qua è il caos»

Un imprenditore si è trovato a un passo dagli scontri con la polizia. «La situazione sta degenerando in tutti i distretti, è una bomba a orologeria»

14 novembre 2019
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SASSARI. La coincidenza non è stata tra la più fortunate. Ma, quando il lavoro chiama c’è poco da fare: si risponde. Ne sa qualcosa Francesco D’Onofrio, imprenditore sassarese trapiantato ad Alghero, che proprio per un viaggio di lavoro è capitato ad Hong Kong durante i giorni più caldi della protesta contro il governo cinese. Si criticano, duramente, le ingerenze di Pechino nell’autonomia della città-stato figlia della cultura britannica, di cui era un protettorato sino al 1997. E quando il dissenso si è trasformato in qualcosa di molto simile a una rivolta, anche il controllo del governo cinese ha deciso di calcare la mano nella repressione. Senza fare alcuna distinzione. «Sono a Central Plaza, a Wan Chai – racconta D’Onofrio – è il distretto commerciale e anche la zona più turistica dell’isola ma alcuni amici, che stavano scappando dalle cariche della polizia, mi hanno detto di stare molto attento. Purtroppo le strade non sono sicure, nemmeno nelle zone che dovrebbero essere più tranquille».

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Il racconto di D’Onofrio è confermato delle immagini che stanno facendo il giro del mondo e che, ovviamente, rimbalzano da uno smartphone all’altro anche ad Hong Kong, contribuendo a generare un motivatissimo nervosismo tra chi, come l’imprenditore sassarese, si è trovato in mezzo all’inferno: «Ormai siamo alla guerriglia urbana. I governo locale non vuole concedere passi indietro e la polizia ha iniziato a utilizzare metodi che non hanno nulla a che fare con gli alti standard democratici che hanno sempre caratterizzato Hong Kong». Le reazioni sono le più disparate: «I residenti si preoccupano di prelevare più contante possibile dai bancomat, perché tutti ormai immaginano che possa accadere il peggio e cercando di mettere da parte la maggior quantità di risorse».

Oltre agli scontri tra manifestanti hongkongesi e forze dell’ordine comandate dal governo cinese, ci sono anche i tafferugli tra manifestanti locali e sostenitore, sempre locali, del governo cinese: «Non ci sono esclusioni di alcun tipo e il prezzo più caro lo stanno pagando le persone più deboli. Per fortuna domani (oggi, ndr) dovrei riuscire a rientrare in Italia perché qua la situazione sta degenerando. Per questo creso sia importante farlo sapere a tutti», conclude D’Onofrio. Intanto, sempre da Hong Kong, arrivano altre testimonianze inquietanti. Ieri un manifestante è stato sparato a bruciapelo da un poliziotto, che poi ha esploso altri due colpi verso la folla, forse ferendo un altro ragazzo. Negli snodi stradali più trafficati del distretto finanziario della città la polizia ha caricato i manifestanti annunciando 287 arresti di persone di età compresa tra i 12 e gli 82 anni, 255 raffiche di gas lacrimogeni sparando anche 204 proiettili di gomma e 96 granate a spugna. C’è poi la testimonianza filmata di un gruppo di manifestanti che getta benzina su un uomo e gli dà fuoco. La situazione è fuori controllo e la priorità, perlomeno per gli stranieri, è ritornare a casa prima possibile.
 

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