La Nuova Sardegna

Sassari

«Bilanci truccati»: 13 avvisi di garanzia

di Salvatore Santoni
«Bilanci truccati»: 13 avvisi di garanzia

Nel mirino della Procura amministratori comunali e funzionari in carica tra il 2014 e il 2015, tra cui l’ex sindaco Desini

14 novembre 2019
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SENNORI. Avrebbero truccato i bilanci per edulcorare un debito monstre con l’Enel. È questa l’accusa mossa dalla Procura di Sassari nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 13 persone, tra amministratori e funzionari, che tra il 2014 e il 2015 reggevano e collaboravano con la maggioranza che guidava il Comune di Sennori. Per tutti l’accusa è di falso in atto pubblico.

L’inchiesta. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Gianni Caria e svolte dalla Guardia di finanza di Sassari, sono partite nel 2017 e hanno portato alla luce una presunta manipolazione di tre bilanci dell’ente dell’alta Romangia. Secondo l’accusa, gli indagati «in esecuzione di un medesimo disegno criminoso» avrebbero «formato o concorso a formare nelle rispettive qualità, con condotte commissive e omissive, il bilancio del Comune e gli atti allegati e conseguenti per gli anni 2013, 2014 e 2015 in cui si attestava falsamente la situazione debitoria, con riferimento ai cospicui debiti derivanti dal mancato pagamento di bollette pregresse di energia elettrica nella misura comprensiva di interessi di oltre 168mila euro per il 2013 e oltre 275mila per il 2014».

Gli indagati. Al centro dell’inchiesta sono finiti nove tra consiglieri e assessori che facevano parte dell’allora maggioranza di governo: il sindaco Roberto Desini; gli assessori Nicola Sassu, Mario Satta, Vincenzo Leoni, Francesco Senes, Antioco Lampis, Maria Antonietta Pazzola, Giovanni Cocco e Tonino Casada. E siccome i bilanci, prima di essere votati dalla parte politica, vengono certificati dai vari tecnici comunali, tra gli indagati figurano anche la segretaria generale dell’ente, Gavina Turra; il responsabile dell’ufficio tecnico, Gianni Melis; la responsabile del settore finanziario, Nicolina Cattari; e il revisore dei conti, Nicola Navarre.

Flashback. Le cronache politiche del periodo cui si riferiscono i bilanci oggetto dell’inchiesta – tra il 2013 e il 2015 – raccontano che il Comune era finito in una situazione finanziaria disastrosa. C’era infatti un problema di liquidità al limite del fallimento causata in parte – così ha sempre lamentato l’allora primo cittadino – anche da una transazione milionaria stipulata, poco prima delle elezioni del 2011, tra il Comune e la ditta che gestiva l’appalto dell’igiene pubblica. Nel maggio 2013 l’ex sindaco Desini aveva convocato i sindacati spiegando a rischio c’erano anche gli stipendi dei dipendenti. Inoltre, per tre anni di fila la giunta si riuniva con cadenza bisettimanale per fare la “lista della spesa” dei 15 giorni successivi. Le polemiche. Le bollette arretrate dell’Enel sono state oggetto di varie sedute dell’assemblea civica. Il culmine dello scontro politico si era raggiunto nella seduta del consiglio comunale del 28 dicembre 2015, quando la minoranza “allargata” – c’erano anche tre fuoriusciti dalla maggioranza che sosteneva Desini – aveva attaccato l’assessore al Bilancio, Mario Satta, accusandolo di aver deciso coscientemente, insieme agli altri colleghi della giunta, di trascurare la situazione debitoria dell’energia elettrica favorendo così la spendita su altre poste di bilancio. Lo scontro fu durissimo. E da parte sua la maggioranza aveva replicato che davanti alle ristrettezze economiche era necessario fare delle scelte dettate dalle priorità. Decisioni importanti dal punto di vista tecnico-contabile, di cui l’amministrazione si è caricata la responsabilità. Fino al punto di rivendicare pubblicamente la bontà della scelta di ritardare il pagamento delle bollette per indirizzare la spesa su altri canali, ritenuti dalla maggioranza dell’epoca meritevoli di maggiore priorità di intervento.

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