La Nuova Sardegna

Sassari

L’addio commosso al sorriso di “Iron”

di Letizia Villa
L’addio commosso al sorriso di “Iron”

Centinaia di persone a Chiaramonti per i funerali di Manuel Accorrà. Sulla bara la sciarpa della squadra del paese

15 novembre 2019
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CHIARAMONTI. È tornato a casa Manuel. È tornato come nessuno avrebbe voluto che tornasse. Senza più sorriso. Senza più la mano alzata pronta a salutare chiunque. L’ultimo viaggio lo ha riportato ai suoi affetti più veri: la moglie, il padre, le sorelle, la sua bimba «la mia bellissima Miss» come la chiamava lui. Quelli che ci sarebbero sempre stati. Lo ha riportato agli amici che quel maledetto sabato sera si sono precipitati sul luogo dell’incidente e che avrebbero voluto strapparlo a quell’asfalto che già aveva rubato la vita ad altri giovani del paese. In questi giorni tutti hanno vissuto in una sorta di tempo sospeso, in attesa di poter realizzare. Difficile accettare che Manuel, «Iron» per gli amici con cui condivideva la passione del bodybuilding, Accorrà non se la sarebbe cavata anche questa volta. Abituati a vederlo forte, per via sì dei muscoli scolpiti da anni di palestra, ma anche per la grande volontà e determinazione che gli hanno sempre permesso di fare tante cose con entusiasmo, nel mondo dello sport, dal rally al surf fino appunto al bodybuilding, come nel lavoro: da quello al bancone del bar di anni fa a quello di macellaio passando per la gestione dell’edicola del paese. Un ragazzo instancabile che aveva portato a Chiaramonti competizioni internazionali e si era fatto apprezzare fino a conquistare il terzo posto come Mister Universo e il secondo come Mister Italia e Mister Europa. Un sogno realizzato dopo mille sacrifici. Dalla sera di sabato Chiaramonti è un paese ancora più silenzioso, quasi attonito, conscio della perdita che come in tutte le piccole comunità diventa condivisa. Mercoledì sera è tornato nella casa che lo aveva visto diventare padre. In tanti sono andati a riprenderlo a Sassari dopo che la magistratura ha disposto la restituzione della salma alla famiglia per l’ultimo innaturale straziante abbraccio. In tanti, tantissimi, lo hanno atteso al suo ritorno in paese. Per tutta la serata e fino all’ora dei funerali, giovedì pomeriggio, è stato un peregrinare di parenti e amici. Sulla bara la foto con uno dei sorrisi più belli di Manuel, la sciarpa con i colori della squadra del Tzaramonte, un’altra delle sue tante passioni, i fiori, ultimo dono terreno. Ieri pomeriggio il momento dell’ultimo saluto e del dolore collettivo, dello strazio del distacco. L’amministrazione ha proclamato il lutto cittadino. I funerali si sono svolti nella parrocchia di San Matteo strapiena delle tante persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene. Al parroco don Gabriel Mpolo si è affiancato don Virgilio Businco che conosceva Manuel e la sua famiglia e ne aveva celebrato il matrimonio con la moglie Olimpia. Nella sua omelia don Virgilio ha voluto usare parole di «verità, speranza e fede», concetti su cui riflettere e ai quali aggrapparsi per superare il dolore e la perdita prematura di «un ragazzo dall’animo semplice con il quale era impossibile annoiarsi»; per spiegare a una bimba di pochi anni che suo padre è salito su una nuvoletta per aiutare il nonno e la nonna in cielo. Durante il tragitto verso il funerale Manuel ha salutato per l’ultima volta anche la sua palestra «Olimpus» dalla quale era partito per i suoi tanti titoli. All’arrivo nel piazzale le note di «Senza parole», rimandate da un’autoradio, hanno accompagnato l’ultimo evento pubblico e plateale che ha visto Manuel Iron Accorrà protagonista. Difficile davvero abituarsi all’idea che non lo si vedrà più in giro, a organizzare qualcosa di grande o semplicemente a sdrammatizzare tutto con il suo proverbiale sorriso.

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