La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme febbre del Nilo a Ozieri

di Barbara Mastino
Allarme febbre del Nilo a Ozieri

Una cornacchia positiva al virus abbattuta a Chilivani. Il Comune adotta misure di prevenzione

24 novembre 2019
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OZIERI. Prevenzione anche a Ozieri per il virus West Nile, la febbre del Nilo che si trasmette principalmente tramite la puntura delle zanzare e che infetta uomini e animali. Nei giorni scorsi una possibile infezione da questo tipo di virus è stata individuato in una cornacchia grigia abbattuta a Chilivani, nei pressi dell’ippodromo, e analizzata nell’ambito della campagna di controllo attivata dal dipartimento di Prevenzione, servizio Sanità Animale, dell’Ats.

Il caso dovrà essere confermato dal Cesme (Centro di referenza nazionale) di Teramo, ma il Comune ha attivato comunque delle misure di prevenzione per evitare punture di zanzare o di altri insetti al fine di limitare l’eventuale diffusione del virus.

Ai cittadini è quindi raccomandato di adottare alcuni accorgimenti, elencati in un avviso pubblicato nell’albo pretorio e anche sul sito istituzionale www.comune.ozieri.ss.it. Nello specifico si consiglia di utilizzare, all’aperto, dei repellenti per insetti, di indossare capi a maniche lunghe soprattutto la notte (quando le zanzare sono più attive); di svuotare l’acqua stagnante di vasi di fiori, secchi, copertoni e barili e di cambiare spesso quella delle ciotole degli animali in modo tale che non ristagni; si chiede di mantenere vuote o coperte le piscine, a cominciare da quelle per bambini, quando non vengono usate e di trattare regolarmente (ogni 15 giorni circa) i tombini e i pozzetti di sgrondo delle acque piovane, le zone di scolo e ristagno, utilizzando prodotti larvicidi che si possono acquistare in farmacia; verificare che le grondaie non siano ostruite e coprire cisterne e contenitori dove si raccoglie l’acqua piovana.

Per quanto riguarda gli animali, l’avviso pubblico specifica che per gli equidi (cavalli, asini e simili) l’unica forma di prevenzione della malattia è rappresentata dalla vaccinazione, che deve essere eseguita a carico dei proprietari. In pratica, non viene posto alcun limite alla movimentazione degli equidi, anche, all’interno di aree endemiche, ma «è opportuno attuare dei programmi di profilassi vaccinale soprattutto verso territori dove è stata recentemente dimostrata la circolazione virale».

Gli allevatori di cavalli in particolare sono quindi invitati a vaccinare i propri capi e a segnalare ai servizi veterinari del territorio tutti i casi di sintomatologia nervosa riscontrati in questa specie, «che devono essere sottoposti ad indagini approfondite per escludere o confermare la West Nile indipendentemente dall’area geografica dove questi si manifestano».

A tutti i cittadini, infine, si chiede di segnalare ai servizi veterinari qualsiasi ritrovamento di volatili morti, in modo tale che essi possano essere analizzati proprio come avvenuto nei giorni scorsi a Chilivani. Il vaccino per la West Nile esiste solo per gli equidi, quindi negli altri casi la malattia si combatte solamente con la prevenzione e, una volta insorta, con le adeguate terapie farmacologiche.

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