La Nuova Sardegna

Sassari

Funerale fascista, ventitré a processo

di Nadia Cossu
Funerale fascista, ventitré a processo

Citazione diretta a giudizio per gli attivisti di CasaPound che alzarono il braccio destro davanti alla bara di professor Todini

23 novembre 2019
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SASSARI. Andranno tutti direttamente a processo, senza il filtro dell’udienza preliminare. Ventitré persone compariranno il mese prossimo davanti al collegio presieduto dal giudice Salvatore Marinaro per rispondere di quel saluto fascista, «in schieramento e con ordini militari», fatto davanti alla bara del professor Giampiero Todini (docente di Storia del diritto italiano all’Università di Sassari), nel giorno del suo funerale, a settembre del 2018.

Un gesto che è stato considerato dalla procura della Repubblica di Sassari «manifestazione usuale al disciolto partito fascista». E quindi un reato. Gli imputati sono 23 attivisti del sodalizio “Casapound Italia”, identificati dalla Digos alcuni giorni dopo la commemorazione. A tutti è contestato il reato previsto dall’articolo 5 della Legge Scelba che punisce “chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista”.

E quel 2 settembre di un anno fa, nel sagrato della chiesa di San Giuseppe, per il procuratore capo Gianni Caria e il suo sostituto Paolo Piras che hanno seguito in prima persona l’inchiesta, gli imputati avrebbero tenuto una serie di comportamenti che la legge può punire – nel caso specifico previsto all’articolo 5 – con la pena della reclusione fino a tre anni. Oltre al saluto, infatti, «coprirono la bara con la bandiera della Repubblica di Salò e filmarono la manifestazione diffondendola successivamente sul web». In questo modo, secondo la Procura, avrebbero «compiuto pubblicamente in zona e ora di traffico e passaggio di persone e mezzi, manifestazioni idonee a provocare adesioni e consensi e a concorrere alla diffusione sull’intero territorio nazionale e all’estero di concezioni favorevoli alla ricostituzione di organizzazioni fasciste».

Sul banco degli imputati sono finiti Andrea Farris (32 anni) di Sassari, Luigi Umberto Todini (43 anni, figlio del professore defunto), Fabio Corrias (di 38, residente a Paulilatino), Ugo Roberto Pasella (di 29, sassarese), Luca Torturu (42 anni, di Alghero), Manlio Mesina (di 39, sassarese), Daniele Josuè Ventura (28 anni, di Usini), Mauro Fadda Mereu (32, di Sassari), Raimondo Braina (38, di Ozieri), Giovanni Cuguttu (31), Mario Nigra (56), Salvatore Vacca (36), Emanuele Salvatore Picconi (di 43), Roberto Carta (di 26), tutti sassaresi. E ancora Davide Sotgiu (21 anni, di Alghero), Giovanni Pietro Vargiu (42, di Uri), Alessandro Venturi (35, algherese), Antonio Salvatore Marinelli (di 42, di Alghero), Stefano Uzzau (40), Carmelo Emanuele Sola (47), Antonio Bonomo (34), Kevin Regis (28) tutti sassaresi e Diana Maria Agus (54 anni, residente a Oristano).

Il video del saluto fascista aveva suscitato un grande clamore mediatico anche a livello nazionale. Lo aveva diffuso lo stesso Todini (figlio del docente defunto) ed era stato rilanciato su Facebook dalla consigliera comunale del centrosinistra di Sassari, Lalla Careddu. Le immagini ritraevano i “camerati” schierati mentre davano l’ultimo saluto al professore, alzando il braccio destro e rispondendo con il grido “Presente” al richiamo “Camerata Giampiero Todini”.

Da allora erano partite denunce ed esposti da parte di diversi esponenti del mondo politico. Luigi Todini, dopo la bufera mediatica, non si era mostrato per niente stupito dell’apertura di un’inchiesta a carico suo e degli altri attivisti e aveva anche detto di avere fiducia nella magistratura nella convinzione di non avere commesso alcun reato.

Di diverso avviso la Procura che, rilevando invece precise responsabilità di carattere penale, ha disposto per i ventitré imputati – difesi dagli avvocati Bachisio Basoli e Antonio Mereu – la citazione diretta a giudizio.

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