La Nuova Sardegna

Sassari

La “tempesta” sui social tra insulti e ironia

La “tempesta” sui social tra insulti e ironia

Facebook preso d’assalto con decine di post, migliaia di commenti ed esilaranti “meme” e parodie

07 dicembre 2019
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SASSARI. C’è chi, stremato dall’ennesimo rinvio, chiede di sapere «la verità, per favore tutta la verità». Chi parla di preistoria, di terzo mondo, di inciviltà. Chi snocciola insulti e maledizioni varie. Chi, quasi tutti, se la prende con Abbanoa, e applaude il consigliere comunale che, nella sede dell’Ente gestore delle acque, ha fatto un blitz per urlare la sua protesta e chiedere agli incolpevoli impiegati «risposte e soluzioni». Poi c’è chi si avventura coraggioso a spiegare che il «nemico pubblico numero 1» non c’entra niente, che la condotta rotta è di Enas, l’ente acque della Sardegna, che Abbanoa è, come tutti, solo uno spettatore. E viene ricoperto di insulti, e di «non mi interessa».

È il web, o meglio i social, lo sfogatoio preferito dei 100mila a secco. Che da giorni riempiono le bacheche dei più gettonati gruppi cittadini, di post sull’acqua, seguiti da centinaia e centinaia di commenti.

Molti sfoghi e legittime segnalazioni di veri e gravi disagi: «Mio padre è anziano, non può uscir di casa, come fa ad andare a prendere l’acqua all’autobotte», «bisognava mettere in campo la protezione civile in modo che gli anziani ed i disabili del centro storico stremati da 4 giorni senza acqua avessero un aiuto concreto», e ancora: «ma il Comune cosa fa?», o «a Sassari manca l'acqua da giorni, i bagni delle scuole sono inagibili. Ma a nessuno è arrivata la comunicazione di tenere chiuse le scuole. Neppure le scuole elementari o dell'infanzia. E non è arrivata perché nessuno l'ha scritta».

Ma quando il Comune, tramite qualche consigliere, risponde: «Speriamo che non siano solo parole, perché la parola del Comune a quanto sembra vale poco contro i grossi di potere».

Molto pressapochismo anche, che purtroppo è carattere distintivo della rabbia social, con chi riduce tutto a «venti anni di imbrogli», senza chiarire però di chi. Chi se la prende con «i soliti», chi non vuole sentite spiegazioni e vuole solo un colpevole da condannare.

C’è poi la vena migliore che a volte il web ispira, moltiplicata dalla tipica sassareseria, che di fronte a una bella battuta o uno sfottò, dimenticano disagi e problemi. E quindi via a “meme” e filmati, spettacolari doppiaggi e fulminanti prese in giro. E via immagini con frasi come “quando al quarto giorno senz’acqua usi la condensa per darti una sciacquata” o “quando c’esci a Platamona a lavarti”. C’è chi usa gli zombie o la copertina del disco di Battisti “Acqua azzurra acqua chiara”, chi non si lava perché “Abbanoa non vuole” e i personaggi di The walking dead che si confrontano a muso duro perché uno dei due ha la cisterna.

Ci si sfoga, si ride, ci si confronta insomma, a volte ci si aiuta. Nel pazzo mondo social, che per novanta ore ha il merito di aver fatto sentire tutti un po’ meno abbandonati. (g.bua)

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