La Nuova Sardegna

Sassari

Unesco e domus de janas: la scommessa di 63 sindaci

di Pietro Simula
Unesco e domus de janas: la scommessa di 63 sindaci

Martedì l’incontro per parlare della ipotesi di inclusione nei beni tutelati Una mission impossible: rigidi i criteri di selezione per il patrimonio dell’umanità 

07 dicembre 2019
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OSSI. "Le domus de janas decorate: patrimonio dell'Umanità?". E' stato il tema del convegno internazionale di studi organizzato il 26 ottobre a Nuoro dal CeSim (Centro Studi "Identità e Memoria"). L'evento avrà un seguito martedì 10 dicembre ad Ossi, dove la presidente del Cesim Giuseppa Tanda, in collaborazione col sindaco Giovanni Serra, ha invitato i sindaci dei 63 Comuni della Sardegna interessati per discutere su come organizzarsi per raggiungere l'obiettivo. L'incontro si terrà alle 10 nella sede della ex San Giovanni Battista, in via Gavino Luigi Serra, all'ingresso del paese. La presidente del Cesim Tanda non nasconde le difficoltà per i criteri rigorosi di selezione seguiti dalle commissioni Unesco e per le difficoltà dell'iter burocratico per ottenere il riconoscimento. Invita quindi ad organizzarsi "per portare a buon fine il tentativo di accreditamento, nella consapevolezza che ciò potrà diventare il volano di sviluppo per l'area interessata dal fenomeno, che tocca appunto 63 Comuni". Dal convegno svoltosi a Nuoro è emerso che in Sardegna, alla straordinaria ricchezza di beni culturali che sicuramente soddisfano i requisiti richiesti dalla Convenzione Unesco, non ha finora corrisposto un adeguato riconoscimento nella "Lista" del patrimonio mondiale, dell'eccezionale valore di questo patrimonio. Soltanto il complesso nuragico di Barumini, si è rilevato, è stato iscritto nella citata Lista, mentre del tutto ignorati risultano gli altri beni culturali, in particolare quelli risalenti al periodo della Sardegna Preistorica. Una situazione, questa, che non può che avere riflessi negativi sulla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale dell'isola. Nel caso delle "domus decorate" si può affermare che esse «costituiscano una testimonianza unica di una tradizione culturale o di una civiltà ormai estinte, rivestendo a tale riguardo una particolare rilevanza». Autorevoli studiosi affermano che le domus de janas decorate, grotticelle funerarie artificiali scavate nella roccia, in uso in Sardegna tra la fine del V ed il III millennio a.C., rispondono ai requisiti richiesti dall'Unesco. Con la loro inclusione nella Lista del Patrimonio mondiale, l'identità della Sardegna, è la conclusione, profondamente radicata nella sua insularità, risulterebbe rafforzata.

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