Slow food compie 30 anni di buon cibo
La condotta Sassari-Alghero si dà appuntamento al Vecchio Mulino
10 dicembre 2019
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SASSARI. Trent’anni a difesa del buon cibo, del mangiare lento, dei valori della biodiversità. Li festeggia l’associazione Slow Food, fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini come “Arcigola”, e divenuta internazionale nel 1989 come “Movimento per la tutela e il diritto al piacere”. E per celebrare nel migliore dei modi quella che è una tappa fondamentale di un percorso che si augura ancora lungo e denso di soddisfazioni, quale migliore occasione di una degustazione di piatti e di vini del territorio? È ciò che ha deciso di fare la condotta Slow Food di Sassari e Alghero, che raduna gli amanti della buona tavola, giovedì 12 dicembre, alle 20, al Vecchio Mulino, in via Frigaglia 5, a Sassari. Con un menù che spazia dal gambero rosso al lardo su crostino, allo stracchino di pecora di Orotelli, alla ricotta di Osilo con olio fruttato e altro ancora per concludere con un panettone artigianale con composta di pompia. Il tutto annaffiato da vini d’alta qualità.
«Con questa iniziativa – dice Gian Battista Fressura, fiduciario Slow Food per la condotta Sassari-Alghero – rinnoviamo la fiducia nel diritto al piacere, che ci ha portati a salvaguardare biodiversità e tradizioni, a educare al gusto e all’alimentazione consapevole». Il manifesto d’intenti dell’associazione, d’altra parte, pone Slow Food come antidoto alla «follia universale della fast life», e propone «un’adeguata porzione di piaceri sensuali, da praticarsi in lento e prolungato godimento. Si iniziava dalla tavola, dal piacere garantito da convivialità, storia e cultura locali, per arrivare a una nuova gastronomia che presuppone anche una nuova agricoltura dove la sostenibilità (ambientale e sociale) è imprescindibile». Intenti programmatici che, oltre alle innumerevoli altre iniziative promosse dall’associazione, nel 2000 portano all’avvio del progetto dei “Presìdi Slow Food”, interventi mirati alla salvaguardia e al rilancio delle piccole produzioni artigianali e tradizionali a rischio di estinzione.
Progetto che coinvolge anche la Sardegna, dove si contano sei presìdi: il fiore sardo dei pastori, il casizolu, il pecorino di Osilo, lo zafferano di San Gavino Monreale, la pompia, la razza sardo modicana.
Mario Bonu
«Con questa iniziativa – dice Gian Battista Fressura, fiduciario Slow Food per la condotta Sassari-Alghero – rinnoviamo la fiducia nel diritto al piacere, che ci ha portati a salvaguardare biodiversità e tradizioni, a educare al gusto e all’alimentazione consapevole». Il manifesto d’intenti dell’associazione, d’altra parte, pone Slow Food come antidoto alla «follia universale della fast life», e propone «un’adeguata porzione di piaceri sensuali, da praticarsi in lento e prolungato godimento. Si iniziava dalla tavola, dal piacere garantito da convivialità, storia e cultura locali, per arrivare a una nuova gastronomia che presuppone anche una nuova agricoltura dove la sostenibilità (ambientale e sociale) è imprescindibile». Intenti programmatici che, oltre alle innumerevoli altre iniziative promosse dall’associazione, nel 2000 portano all’avvio del progetto dei “Presìdi Slow Food”, interventi mirati alla salvaguardia e al rilancio delle piccole produzioni artigianali e tradizionali a rischio di estinzione.
Progetto che coinvolge anche la Sardegna, dove si contano sei presìdi: il fiore sardo dei pastori, il casizolu, il pecorino di Osilo, lo zafferano di San Gavino Monreale, la pompia, la razza sardo modicana.
Mario Bonu