La Nuova Sardegna

Sassari

«Acqua, città abbandonata senza avere informazioni»

di Giovanni Bua
«Acqua, città abbandonata senza avere informazioni»

Interpellanza del Pd che chiede conto al sindaco della gestione dell’emergenza «Non possiamo limitarci a caricare sul sito internet le note di Egas e Abbanoa»

12 dicembre 2019
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SASSARI. Non è solo la condotta Enas a Santa Maria Coghinas ad avere fatto acqua nelle 100 ore da incubo durante le quali mezza Sassari, Porto Torres, Stintino e Castelsardo sono rimastI completamente a secco. A far saltare i nervi agli esasperati cittadini che, oltre alle autobotti, hanno preso d’assalto siti internet e numeri verdi a caccia di informazioni, è stata la plastica sensazione di essere stati abbandonati.

Sensazione che è già sfociata in un esposto in procura per “interruzione di pubblico servizio e insufficiente informazione preventiva” fatta dagli abitanti del centro storico cittadino e che ora arriverà nell’aula del consiglio comunale con un’interpellanza firmata da Giuseppe Mascia, Giuseppe Masala, Fabio Pinna e Carla Fundoni del Pd.

«Una cosa è certa – scrivono i firmatari dopo aver ricostruito tutto il carteggio tra Enas e Abbanoa partito il 3 dicembre e andato avanti fino al 5 – l’accesso alle informazioni e la divulgazione delle stesse, soprattutto quelle relative sia allo stato di avanzamento dei lavori per la riparazione del guasto da parte di Enas sia quelle relative al continuo evolversi della situazione, si sono rilevati insoddisfacenti e frammentari». Frammentarietà che «Il Comune – sottolinea Mascia – ha affrontato in maniera passiva. Limitandosi a mettere a disposizione nel sito ufficiale i comunicati che Enas e Abbanoa fornivano, e senza attivarsi in alcun modo per reperire informazioni di prima mano o comunque per, attraverso tutti i canali possibili, rassicurare la popolazione e tenerla aggiornata. Ci hanno detto che non fare dichiarazioni non vuol dire che non si lavora, ma una cosa non esclude l’altra. Se il Comune era al lavoro dal primo momento era suo compito dire cosa stava facendo per alleviare i disagi dei cittadini. L’amministrazione dice che non è una sua responsabilità. Bene, allora forse è il caso di prendersela questa responsabilità, e dotarsi di un piano di comunicazione emergenziale che possa essere costante, capillare e quotidiano e comprensivo di tutti gli strumenti di cui l’amministrazione attualmente dispone».

«Per questo chiediamo – si legge nell’interpellanza – al sindaco di riferire nell’aula del consiglio comunale circa la situazione emergenziale verificatasi in modo da fornire un quadro chiaro e completo degli accadimenti e se sia opportuno o meno attivare con i soggetti istituzionali interessati un chiarimento e un approfondimento circa il disciplinare da attuare in situazioni emergenziali di tale portata. In queste situazioni di emergenza il primo obiettivo è la tutela dei servizi fondamentali – tra cui in primo luogo l’ambito sanitario e gli istituti scolastici – e tutti quei comparti abitativi che non hanno una propria risorsa privata per l’approvvigionamento idrico, ma l’accesso alle informazioni e la divulgazione delle stesse ha una importanza fondamentale e il Comune non può abdicare dall’essere gestore e protagonista di questo compito».

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