La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, a processo per l’estorsione al bar

Luca Fiori
Sassari, a processo per l’estorsione al bar

Giudizio immediato per il 44enne arrestato 2 mesi dopo aver ricevuto i soldi dalla vittima

20 dicembre 2019
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SASSARI. Il blitz degli investigatori della squadra mobile all’interno di un bar di piazzale Segni due mesi fa lo aveva fatto finire in manette con l’accusa di estorsione. Un arresto in flagranza – dopo la consegna di una busta contenente denaro – che aveva spalancato a Cristian Cappai, operaio sassarese di 44 anni, le porte del carcere di Bacali.

I fatti, apparsi fin da subito molto chiari, hanno portato gli inquirenti a chiudere l’indagine in poco tempo e il sostituto procuratore Maurizio Musco, titolare dell’inchiesta, a chiedere per l’operaio il giudizio immediato.

L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Onorato, dovrà presentarsi davanti al giudice il prossimo 30 gennaio.

Esasperato dalle continue richieste di denaro la presunta vittima si era rivolta alla polizia per chiedere aiuto. La trappola organizzata dalla polizia aveva funzionato. Erano stati gli investigatori della squadra mobile a bloccare Cristian Cappai con in mano una busta contenente 350 euro in contanti appena ricevuta dalla vittima, mentre si allontanava dal Blasius Cafè di piazzale Segni, a pochi passi dal palazzetto dello sport.

L’incontro era stato pianificato a tavolino dagli uomini della questura insieme a Mario Serra, sassarese di 55 anni, che aveva raccontato agli investigatori di aver ricevuto minacce da Cappai. La vicenda andava avanti da un po’ e prima dell’ultimo incontro Serra aveva consegnato al 44enne altre due buste contenenti denaro, per un totale di 1500 euro in contanti. A fine ottobre però dopo aver preso i soldi Cappai aveva trovato la polizia che lo aspettava per stringerli le manette intorno ai polsi. Le sette banconote da 50 euro che gli agenti gli avevano trovato in mano erano state precedentemente fotocopiate in questura in modo che non ci fossero dubbi sulla provenienza. Dopo la richiesta d’aiuto di Serra gli investigatori – su disposizione della Procura – avevano acquisito le telefonate e i messaggi scritti e vocali contenenti le minacce e le richieste di denaro di Cappai. Dopo l’arresto l’uomo era comparso davanti al giudice delle indagini preliminari Michele Contini e al sostituto procuratore Maurizio Musco. Al gip aveva provato a spiegare di essere stato incaricato da un impresario di Ozieri di recuperare il denaro che l’uomo avrebbe versato a Serra per l’acquisto di un trattore mai consegnato. La sua versione però non aveva convinto il giudice. Al pm è apparso invece tutto molto chiaro, tanto da chiedere per il 44enne il giudizio immediato.

Cappai, che una settimana dopo l’arresto aveva ottenuto i domiciliari, rischia ora una pena che varia da 5 a 10 anni di carcere.

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