La Nuova Sardegna

Sassari

Psd’Az: «Liberare il porto da quel tendone»

Psd’Az: «Liberare il porto da quel tendone»

Chiesto l’intervento del sindaco per rimuovere gli inerti accumulati accanto alla caserma dei vigili

31 dicembre 2019
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PORTO TORRES. «Non è bastata una legislatura della giunta Wheeler per rimuovere la collina di rifiuti provenienti dai lavori di escavo dei fondali del porto: oltre a essere un pessimo biglietto da visita per croceristi e viaggiatori, quel cumulo di macerie occultate da un gigantesco telone sono un monumento all’incuria e al degrado di cui vorremmo fare volentieri a meno». Così la sezione “A. Simon Mossa” del Psd’Az, denuncia la presenza del tendone che giace a fianco della caserma dei vigili del fuoco. La storia di quel deposito d’inerti racconta che i fanghi prodotti dal dragaggio dei fondali portuali, compatibili con le norme ambientali, sarebbero stati riutilizzati “in situ”. L’idea è sempre stata quella del riempimento di cassoni che sarebbero dovuti costruire per la realizzazione di banchine o dighe di protezione. Oppure impiegare quei materiali nella fase di costruzione della banchina pescherecci.

«Cosa che non è avvenuta – aggiunge la segretaria sardista Ilaria Faedda –, con la complicità del silenzio del sindaco e della sua giunta che non hanno messo bocca su quel progetto dell’Autorità Portuale. Trattandosi di stoccaggio provvisorio di rifiuti – continua –, ci piacerebbe comunque sapere quando Wheeler si vestirà d’autorità per imporre la restituzione alla città di uno spazio utilissimo per la creazione di piazzali di sosta per i mezzi destinati all’imbarco ed allo sbarco dai traghetti».

La preoccupazione deriva anche dal fatto che «qualcuno pensa di aspettare la costruzione dei cassoni utili alla realizzazione dell’Antemurale di Ponente per utilizzare gli inerti dell’escavo». «Per riempire quei cubi di cemento, che grazie al nostro interessamento e all’intervento del presidente Christian Solinas si realizzeranno a Porto Torres invece che a Piombino, verranno utilizzati prioritariamente decine di migliaia metri cubi (70mila) di materiali derivanti dai lavori di dragaggio dei fondali: pertanto, il primo cittadino deve emanare un’ordinanza che obblighi l’Adsp alla rimozione urgente di quei rifiuti, anche al fine di tranquillizzare tutte quelle persone che ancora oggi si chiedono cosa si nasconda sotto quei teloni». (g.m.)

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