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Sassari, Duomo gremito di giovani per l’addio all’amico Giovanni Fresi

Sassari, Duomo gremito di giovani per l’addio all’amico Giovanni Fresi

Centinaia di persone il 31 dicembre hanno partecipato al funerale del giovane ucciso a Ossi. Al termine della cerimonia il volo di 26 palloncini bianchi

02 gennaio 2020
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SASSARI. Un volo di 26 palloncini bianchi nel cielo del centro storico di Sassari e la banda musicale Canepa che ha accompagnato delicatamente l’ingresso della bara all’interno della cattedrale di San Nicola.

È stato salutato così – il pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno – Giovanni Fresi, il 26enne sassarese ucciso a coltellate dal coetaneo Giuseppe Dibo Elias al bancone della discoteca Blu Star di Ossi la notte tra Natale e Santo Stefano.

«Ciao Sparta» hanno scritto gli amici sui 26 palloncini, uno per ogni anno di vita del giovane ucciso, lasciati volare in cielo dopo il rito funebre.

Alla cerimonia, presieduta dal parroco del duomo, monsignor Marco Carta, era presente anche l’arcivescovo di Sassari monsignor Gian Franco Saba.

Tantissimi – oltre ai parenti e agli amici del 26enne – i cittadini che hanno preso parte alla cerimonia funebre. In segno di lutto i giorni scorsi la direzione del Blu Star aveva comunicato che le attività musicali venivano sospese e che il locale avrebbe riaperto al pubblico sabato 4 gennaio. La tragedia si era verificata la notte tra Natale e Santo Stefano, poco dopo le 4 del mattino.

Quando i militari erano arrivati a Ossi Giuseppe Dibo Elias si era già dileguato. Il coltellaccio da cucina utilizzato per l’aggressione era stato raccolto da un testimone e consegnato ai titolari della discoteca. Dopo aver ascoltato il racconto di diversi giovani presenti i militari avevano appurato che Giovanni Fresi poco prima della tragedia aveva spintonato Elias. Il 26enne era indietreggiato e aveva estratto il coltello che aveva già con sé. Poi si era avventato contro Fresi, ferendolo a un braccio. I due erano stati separati dai presenti, ma Giuseppe Dibo Elias era riuscito ad avventarsi nuovamente contro il rivale, colpendolo questa volta all’addome. Un fendente che poche ore dopo si è purtroppo rivelato letale.

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