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Sassari

«Il monopattino elettrico mi ha cambiato la vita»

di Luigi Soriga
«Il monopattino elettrico mi ha cambiato la vita»

Sassari, Nicola Marongiu: «Lo uso da 4 mesi, non so più cosa siano traffico e parcheggi». Leggero e maneggevole, si impara in due giorni, consumi zero e costa 700 euro

03 gennaio 2020
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SASSARI. I monopattini elettrici dal primo gennaio sono come le biciclette, sdoganati con decreto ministeriale per la circolazione stradale. Elevati a tutti gli effetti al rango di veicoli. Ma c’è chi a Sassari si era già portato avanti, scegliendoli come mezzo di locomozione privilegiato e dimenticandosi sotto casa l’auto, lo stress, il traffico e la smania del parcheggio.

«L’ho comprato cinque mesi fa e mi ha letteralmente cambiato la vita – dice Nicola Marongiu – un paio di giorni per prenderci la mano, per acquisire dimestichezza con accelerazione e frenata, dopodiché riesci a muoverti con grande disinvoltura in città». Via Napoli e Metro Pizza in via Usai, casa e luogo di lavoro. Il dispositivo di micromobilità urbana (monopattino per gli amici), svolge egregiamente il proprio lavoro. «Ho sempre avuto una vocazione ecologista e mi piace il pensiero di non inquinare. Ma l’ho acquistato anche per un discorso di comodità. Non preoccuparsi più di cercare un parcheggio in centro, non aver problemi di restare incolonnati nel traffico bloccato, arrivare sempre puntuale dappertutto. Oppure poter ripiegare il mezzo, sistemarlo nel bagagliaio dell’auto e portarselo sempre appresso, sono tutte cose che non hanno prezzo. Questi 700 euro sono stati uno dei migliori investimenti della mia vita».

Si ritorna anche un po’ bambini.
«Se da piccoli hai giocato con i monopattini o gli skate, allora diventa tutto semplice. Io ad esempio avevo già dimestichezza ed equilibrio. Non c’è molta differenza rispetto all’utilizzo di una bicicletta. Ci sono i primi tentativi un po’ impacciati, poi si acquisisce sicurezza. Io ho 39 anni, faccio abitualmente sport e mi sono trovato subito a mio agio. Ecco, non consiglierei il monopattino a una persona sopra i sessant’anni, perché, anche l’andatura massima è di venti chilometri orari, resti su due ruote e l’imprevisto, l’ostacolo e la caduta sono da mettere in conto. Per fortuna non sono mai caduto, ma qualche volta ho rischiato. Se sei una persona anziana, l’incontro ravvicinato con l’asfalto è meglio evitarlo».

È vero che i costi di gestione e spostamento sono praticamente pari a zero?
«Con due o tre ricariche elettriche alla settimana io sono a posto – spiega Nicola Marongiu – durano sei ore e ti consentono di percorrere circa cinquanta chilometri. In città significa coprire qualsiasi distanza senza alcun problema».

Restano però le insidie del traffico.
«Io preferisco stare tra le auto il meno possibile. Mi trovo benissimo sulla pista ciclabile, anche se bisogna fare moltissima attenzione ai pedoni che la utilizzano come fosse un marciapiedi. Il monopattino è un mezzo estremamente silenzioso, e ti passa a fianco senza che nemmeno te ne accorgi. Molte persone si spaventano, occorre ancora un po di rodaggio con questa nuova mobilità sostenibile. Però noto molta curiosità, la gente mi chiede un sacco di informazioni, e questo è positivo».

Si tratta ancora di un mezzo di nicchia, a Sassari utilizzato da una manciata di utenti.
«Non mi capita di vedere in giro molti “colleghi”. Direi che quelli che usano il monopattino per circolare quotidianamente si contano sulle dita di una mano. Però sono sicuro che la micromobilità elettrica avrà ampi margini di espansione, e diventerà un mezzo di trasposto sempre più diffuso».

Col monopattino ha già fatto il test di viale Trento, che equivale a un gran premio della montagna?
«Quella è un po’ la prova del nove. E l’ha superata con la sufficienza. Però io peso circa cento chili, e parliamo di una pendenza notevole. Diciamo che andando un tantino a zig zag e dando talvolta un aiutino con un spinta col piede, ci si arrampica anche in viale Trento».

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