La Nuova Sardegna

Sassari

Attentato alla Croce Medica: "Il vero danno lo hanno fatto ai sassaresi"

di Nadia Cossu
Attentato alla Croce Medica: "Il vero danno lo hanno fatto ai sassaresi"

Il presidente Davide Lisai: "La mia associazione riavrà la sua ambulanza"

04 gennaio 2020
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SASSARI. A dicembre del 2011 aveva venduto la sua Renault Kangoo – che aveva meno di cinque anni – per comprare un’ambulanza. Subito dopo, Davide Lisai, insieme a quella che sarebbe in seguito diventata sua moglie, ha fondato l’associazione della Croce Medica che, attraverso le offerte degli utenti, garantisce ogni giorno un servizio importante a piccoli e grandi pazienti che hanno bisogno di un trasporto “eccezionale”. Oggi, però, quell’ambulanza non c’è più, qualcuno martedì notte ha voluto distruggerla con il fuoco, dopo una serie di minacce e di precedenti altri attentati contro i mezzi dell’associazione. La maggior parte delle volte andati purtroppo a buon fine.

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«Da due notti non chiudo occhio – dice Lisai con uno stato d’animo a metà tra il dolore e la rabbia – Mi sono fatto una mia idea, certo, e alle persone che hanno avuto il coraggio di fare questo orribile gesto dico che il vero danno non lo hanno fatto a me ma a tutti i cittadini che si trovano e si troveranno ad aver bisogno di un servizio come quello che offriamo noi: io, mia moglie e alcuni volontari che ci danno una mano». Un danno enorme che, come ha ben spiegato il presidente dell’associazione, non si “limita” solo al mezzo in sè: «Il valore dell’attrezzatura che c’era all’interno dell’ambulanza supera quello dell’ambulanza stessa. Mi riferisco ad esempio a defibrillatore, steccobende, tavola spinale, le barelle a cucchiaio, per gli adulti e per i bambini. E molto altro ancora».

Una stima che si aggira intorno ai quindicimila euro. Messa fuori uso l’ambulanza, l’associazione può contare ancora su un furgone da nove posti, solitamente utilizzato per il trasporto di disabili. Anche questo mezzo era stato preso di mira dagli attentatori che avevano tentato di dargli fuoco. Pochi giorni prima, invece, Davide Lisai aveva presentato denuncia ai carabinieri per un sabotaggio al motore del mezzo e contemporaneamente sui muri a poca distanza dalla sede erano comparse delle scritte minatorie: «Ti bruciamo i mezzi». Impegno mantenuto.

Ma lui non si arrende: «La ricomprerò. Certo non posso farcela con le mie sole forze ma di sicuro la nostra associazione riavrà una sua ambulanza». Sarà come è ovvio fondamentale l’aiuto di enti e istituzioni.
 

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