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Stato di calamità a Castelsardo dopo i danni causati dal vento

Stato di calamità a Castelsardo dopo i danni causati dal vento

CASTELSARDO. Armature stradali danneggiate, pali divelti, alberi spezzati e tetti sconquassati. È il bilancio di tre giornate ventose che hanno messo ko la rocca dei Doria. Nei giorni scorsi la...

07 gennaio 2020
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CASTELSARDO. Armature stradali danneggiate, pali divelti, alberi spezzati e tetti sconquassati. È il bilancio di tre giornate ventose che hanno messo ko la rocca dei Doria. Nei giorni scorsi la giunta comunale di Castelsardo, guidata dal sindaco Antonio Capula, ha deliberato lo stato di calamità naturale a causa dei danni subiti il 13, 14 e 21 dicembre: la conta ammonta a oltre 50mila euro. La decisione è arrivata dopo il “bollettino di guerra” stilato dagli uffici. In particolare grazie ai rapporti del comando dei vigili urbani, e dalle relazioni redatte dal direttore del servizio di manutenzione e gestione degli impianti elettrici. Il primo documento sui danni all’illuminazione pubblica prende in considerazione due giornale di maltempo, quelle del 13 e 14 dicembre. Nel documento si spiega come i «fortissimi venti», prima di ponente e poi di maestrale, abbiano provocato «consistenti danni» sia in centro sia nel borgo, e soprattutto nella frazione di Lu Bagnu. In quest’ultimo caso, infatti, i tecnici comunali hanno rilevato danni a tetti e pensiline, e l’abbattimento di numerosi pali della luce.

Durante il sopralluogo effettuato dagli esperti è emersa una lunga lista di casi: complessivamente sono andate distrutte 31 armature in alluminio da 70 watt, 3 da 150 watt, 5 lanterne tipo lampara e due pali in acciaio lunghi quasi 8 metri l’uno. Una serie di danni che rendono necessario un intervento di ripristino di 37mila euro. Cifra aggiornata in crescendo (fino a 39mila euro) da una successiva relazione, alla quale si sommano gli ulteriori costi dei danni censiti dopo la giornata di maltempo del 21 dicembre (13mila euro). I lavori di ripristino e messa in sicurezza devono essere seguiti celermente per evitare pericoli alla pubblica incolumità. Di qui la decisione dell’esecutivo guidato da Capula che, con la delibera numero 2 del 2 gennaio, detta agli uffici gli indirizzi ricorrendo sia all’esecuzione diretta dei lavori sia all’affidamento a imprese disponibili a intervenire urgentemente. (s.sant.)



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